Bruxelles – La giustizia britannica ha rifiutato l’estradizione negli Stati Uniti del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, che gli USA vogliono processare per spionaggio dopo la pubblicazione di centinaia di migliaia di documenti segreti. La decisione della giudice Vanessa Baraitser della Old Bailey Criminal Court di Londra è però appellabile.
Il fondatore di WikiLeaks è sotto inchiesta negli Stati Uniti per aver contribuito a rivelare file segreti riguardo alle attività USA in Afghanistan e in Iraq, e rischia fino a 175 anni di carcere.
“Qualunque sia il verdetto, la decisione sarà sicuramente impugnata, da parte nostra o da parte degli Stati Uniti”, aveva previsto John Rees, l’organizzatore della campagna a sostegno di Assange.
“Questa notizia dona speranza a chi si è battuto in difesa della libera informazione e a tutti coloro che condividono questo principio afferma in una nota Dino Giarrusso, europarlamengtare del Movimento 5 Stelle -. Sono sempre stato al fianco di Assange, soprattutto perché non ha mai temuto di affrontare anche i più potenti della terra con le sole armi della verità. Questo è un elemento indispensabile nell’attività di chi fa informazione”.
Per Giarrusso “la decisione di oggi è giusta perché Julian Assange è un simbolo e i suoi diritti vanno tutelati, ora e sempre. Adesso bisogna mantenere l’attenzione alta, seguendo tutti i prossimi sviluppi di una storia che non è ancora finita, e cercando di evitare ogni tentativo di mettere la museruola a chi con il suo lavoro svolge un ruolo di garanzia per la democrazia. L’obiettivo finale deve essere il rilascio di Assange dopo tanti anni di sofferenza”.