Bruxelles – La situazione per i migranti ospitati nel campo di Lipa è precipitata a distanza di una settimana appena dalla notizia di un nuovo finanziamento di 25 milioni di euro destinati per la stagione invernale. Le risorse stanziate dalla Commissione Europea si erano rese necessarie per i servizi essenziali da fornire ai migranti ospitati nei centri di accoglienza in Bosnia. Nell’approvare i nuovi fondi il 16 dicembre 2020 il collegio dei commissari si era detto preoccupato per l’emergenza umanitaria che si sarebbe potuta delineare con l’arrivo del rigido inverno balcanico.
La rassegnazione ha poi spinto gli ospiti del campo di Lipa ad abbandonare la struttura in vista della sua prossima chiusura e a risalire lungo la rotta balcanica verso il cuore dell’Europa. Il 23 dicembre un incendio ha sconquassato il campo profughi che era stato allestito in via temporanea a marzo per contrastare la diffusione del coronavirus tra i migranti. Il rogo, secondo il coordinatore dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) Peter Van der Auweraert, sarebbe stato appiccato dai residenti locali, sempre più irritati dalla situazione di incertezza per l’ordine pubblico dell’area, ma le responsabilità sarebbero ancora da accertare.
L’esodo del campo di Lipa e l’inerzia degli ultimi mesi da parte delle autorità locali bosniache nell’allestire una sistemazione alternativa costringono da diversi giorni i 900 ospiti della struttura a trovare rifugio nei comuni vicini o nelle foreste, dove molti si arrangiano come possono per sopravvivere alle temperature sotto zero e alla fame. Il timore principale è che gli ultimi eventi possano esacerbare ulteriormente l’emergenza umanitaria del cantone dell’Una Sana (la regione collocata nel Nord-ovest della Bosnia), dove attualmente si contano più di 3.000 migranti in cerca di un tetto.
“Centinaia di persone, tra cui molti bambini, dormono all’aperto con temperature gelide” ha affermato il commissario per la gestione delle crisi Janez Lenarčič. “L’assistenza umanitaria per cui ora siamo chiamati a intervenire non sarebbe necessaria se la Bosnia avesse implementato la politica migratoria con le adeguate soluzioni che l’Unione Europea suggerisce da anni”.
In un nuovo comunicato pubblicato domenica 3 gennaio 2021 la Commissione ha varato un nuovo pacchetto umanitario da 3,5 milioni di euro per aiutare le autorità bosniache a correre ai ripari prima che la crisi umanitaria sfugga da ogni controllo e per fare pressione su di loro per la riapertura del centro di accoglienza di Bira, nel comune di Bihać. Per mesi Bruxelles ne ha richiesto l’allestimento con l’obiettivo di dismettere definitivamente il centro di Lipa, ma la rabbia e la paura montano tra gli abitanti di Bihać, che vedono minacciate le loro già precarie condizioni di vita e che manifestano per ritardare la decisione dei rappresentanti locali.
“La situazione è inaccettabile”, ha commentato l’Altro Rappresentante per la politica estera Josep Borrell. “Le autorità locali devono mantenere in vita le strutture a disposizione e garantire soluzioni temporanee prima che Lipa sia convertita in una struttura permanente. Come Unione Europea aiuteremo le persone in difficoltà fornendo loro l’assistenza di base per alleviare immediatamente la loro condizione, ma c’è bisogno di soluzioni nel lungo termine. Sollecitiamo le autorità a non lasciare le persone al freddo, senza che abbiano accesso alle prestazioni sanitarie soprattutto nel mezzo di una pandemia globale”.
Dal 2018 le autorità bosniache hanno ricevuto 85 milioni di euro per la gestione dell’emergenza migratoria. A questi si aggiungono i 41 milioni di euro destinati alla politica di asilo e al controllo delle frontiere (fonte delegazione europea in Bosnia).