Bruxelles – Sul filo di lana, all’ultimo respiro, ma alla fine l’UE porta a casa l’accordo politico di principio con la Cina per un regime bilaterale sugli investimenti. Vuol dire che le imprese europee potranno trasferirsi in Asia a fare affari, senza essere discriminate, nei settori del trasporti aereo (sistemi di computeristica, servizi di terra, e segnaletica) automobilistico (inclusa auto elettriche e ibride), sanità (quella privata), telecomunicazioni.
A garantire l’effettiva parità di trattamento il pieno rispetto dell’accordo il meccanismo di risoluzione da stato a stato, che porta a sanzioni in caso di violazioni, oltre alla verifica a livello politico dell’accordo, con riunioni almeno una volta l’anno per fare il punto della situazione e la possibilità di riunirsi anche in più di un’occasione. Entrambe le parti possono fare controlli sugli investimenti per ragioni di sicurezza.
Non solo. In nome della reciprocità “l’accordo firmato oggi è il primo accordo a rispettare gli obblighi per il comportamento delle imprese statali e regole di trasparenza complete per i sussidi», enfatizza la Commissione europea, che ha negoziato a nome dell’UE l’accordo giunto al termine di sette anni di trattative, con la presidenza tedesca del Consiglio che ha sostenuto attivamente il processo nel corso del secondo semestre del 2020.
UE e Cina convolano a nozze con un summit straordinario di fine anno, che ha visto la partecipazione dei presidenti di Commissione e Consiglio europeo, Ursula von der Leyen e Charles Michel, e del presidente cinese Xi Jinping.
Today I chaired an EU-China Leaders’ Meeting with @vonderleyen and President Xi Jinping.
EU remains committed to rules based international cooperation.
We welcome the political agreement achieved on negotiations on investment.
Press statement 👉 https://t.co/TPmMosS02o pic.twitter.com/ZMz3t41Ovh
— Charles Michel (@eucopresident) December 30, 2020
L’accordo vero e proprio si avrà solo nei prossimi mesi. Al via libera sull’intesa “di massima” ora i testi dovranno essere definiti in dettaglio, tradotti nelle rispettive lingue, analizzati e solo allora si procederà alla firma dell’accordo vero e proprio. Ma intanto l’Ue può annunciare al mondo di essere riuscita ad aprire il mercato cinese alle proprie imprese a condizioni fin qui senza precedenti.
Un bel biglietto da visita che potrebbe essere un problema con il prossimo presidente degli Stati Uniti, il cui staff aveva chiesto all’UE di attendere ancora qualche settimana prima della firma. L’Ue intende lavorare con la nuova amministrazione statunitense su questioni commerciali relative alla Cina, e si guarda a Joe Biden come principale alleato in questo, ma il gesto di oggi non semplificherà le cose.
L’accordo appena varato in linea di principio crea regole precise, soprattutto in materia di reciprocità, “che possono essere replicate per usale in modo multilaterale”.
Intanto l’UE esulta. “L’accordo riequilibrerà i nostri rapporti economici con la Cina”, sottolinea von der Leyen. Il vicepresidente esecutivo della Commissione responsabile per il Commercio, Valdis Dombrovskis, spiega: “Questo accordo darà alle imprese europee un forte impulso in uno dei mercati più grandi e in più rapida crescita del mondo, aiutandole a operare e competere in Cina”. Allo stesso tempo “fissa la nostra agenda commerciale basata sui valori con uno dei nostri maggiori partner commerciali”.