Bruxelles – Bruxelles non intende ingoiare il rospo. La sentenza con cui ieri (28 dicembre) il Tribunale Popolare di Shanghai ha condannato la giornalista cinese Zhang Zhang a quattro anni di reclusione per aver raccontato la pandemia di Coronavirus a Wuhan, luogo da cui sarebbe partita la diffusione mondiale del virus, trova la ferma contrarietà da parte dell’Unione europea, che ne chiede il rilascio immediato.
Zhang Zhang ha documentato i difficili momenti di vita degli abitanti di Wuhan nei mesi più duri dell’epidemia per la città mentre il governo cinese imponeva un’ulteriore stretta sull’informazione. Le autorità hanno riconosciuto la giornalista, 37 anni, colpevole di “documentare dispute” tra popolazione e forze dell’ordine e “provocare problemi” con i suoi servizi. Le autorità cinesi sono anche accusate di aver praticato tortura durante la sua detenzione preventiva, compromettendo il suo stato di salute.
Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE, Josep Borrell, condanna l’accaduto e torna a chiedere a nome dell’Unione il rispetto dei diritti fondamentali. “L’Unione Europea richiede l’immediata scarcerazione per Zhang Zhang, per Yu Wensheng (un avvocato dei diritti umani per cui l’UE aveva sollevato la mancanza di garanzie per il giusto processo), e per tutti i difensori dei diritti umani e gli operatori dell’informazione detenuti in Cina”.
Il Servizio per l’azione esterna dell’Ue (SEAE), l’organismo presieduto da Borrell, critica poi Pechino per trattamento riservato agli attivisti di Hong Kong intercettati in mare ad agosto 2020. “Agli imputati non è stato permesso di scegliere il proprio avvocato, il processo non si è svolto in udienza pubblica e per i rappresentanti diplomatici e i parenti dei detenuti non è stato possibile assistere al processo”, denunciano a Bruxelles. “L’Unione Europea richiede il rilascio di questi 12 detenuti e il loro rapido rimpatrio a Hong Kong”.