Bruxelles – Se il 2020 sarà ricordato per lo scoppio della pandemia da Covd-19, il 2021 dovrà essere il “momento di gettarsi alle spalle il virus e attuare la ripresa economica, nonché l’anno in cui saremo in grado di compiere progressi riguardo al posto dell’Europa nel mondo”. Nella sua ultima newsletter del 2020, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, fa un bilancio dell’anno che è appena trascorso, non senza evidenti difficoltà, e guarda in avanti alle priorità che aspettano l’Unione europea – anche oltre il Covid – per il prossimo anno.
Focus sulla dimensione interna dell’UE e sulla sua ripresa. “La nostra priorità numero uno sarà relegare il Covid-19 nei libri di storia”, elenca il politico belga. Con la speranza portata dai potenziali vaccini anti-Covid, l’Unione avvierà il suo 2021 con l’imperativo di tenere sotto controllo il virus in tutti e Ventisette i Paesi membri, oltre che nei suoi partner alleati come i Balcani Occidentali. Non sarà facile per Bruxelles coordinare la distribuzione dei vaccini quando saranno disponibili, in maniera equa e il meno possibile caotica, conservando l’immagine di una Europa unita, cosa che non è stata fin dalle prime fasi di sviluppo della pandemia.
Ma al tema delle campagne di vaccinazione di massa – che partiranno simbolicamente il 27, 28 e 29 dicembre per proseguire massicciamente a metà gennaio – è legata anche la ripresa “delle nostre economie per far ripartire le società”, ricorda Michel, definendo la ripresa come “un peso che ricadrà sulle spalle dei vaccini”. Il senso è che da come si affronterà la vaccinazione dipenderanno i tempi della ripresa. Per il presidente del Consiglio la ripresa dovrà andare di pari passo con una trasformazione economica, garantendo “che nel 2021 si possa continuare a progredire verso l’unione bancaria e l’unione dei mercati dei capitali”.
Unità che l’Ue deve sviluppare anche nella sua dimensione esterna, nel confronto con le altre potenze che si muovono sullo scacchiere internazionale. “Vogliamo essere più autonomi, meno dipendenti e più influenti”. Michel scrive le stesse parole che il 16 dicembre ha pronunciato di fronte alla plenaria del Parlamento europeo. E che in sole due parole si riassumono nel concetto di autonomia strategica. “Vogliamo un’Europa più forte che contribuisca a un mondo migliore e più giusto”. Sembra uno slogan come tanti, ma i capi di Stato e governo ne stanno discutendo sul serio e il tema sarà centrale anche nei prossimi dodici mesi per capire il ruolo che l’Europa comunitaria intende ricoprire con la ‘nuova era Biden’ negli Stati Uniti e con la Cina.
Rilanciare la partnership con gli USA sarà una delle prime mosse da intraprendere dopo che Joe Biden salirà alla Casa Bianca il 20 gennaio. “Gli Stati Uniti sono amici e alleati di lunga data. Vogliamo ristabilire un’alleanza ambiziosa”, ribadisce Michel. Sul riallacciare i rapporti con Washington i Paesi europei sono tutti d’accordo, ma sembra che all’interno del Consiglio ci siano ancora divisioni sul come farlo. Da una parte l’approccio macroniano che spinge per un’Unione più indipendente dai legami transatlantici, dall’altra invece Berlino ha ammesso in più di una occasione che l’Europa comunitaria dovrebbe prendersi maggiori responsabilità nei confronti di Washington, anche nel quadro dell’alleanza NATO. E poi, l’Ue è chiamata a definire i rapporti commerciali con la Cina che secondo il presidente Michel “rimarrà un partner chiave” nell’affrontare sfide come il “cambiamento climatico e la riduzione del debito per i paesi più poveri”.
Vecchi alleati, ma anche nuovi partner. “Il prossimo anno sarà l’inizio di una nuova relazione con il Regno Unito”. Che ci sia o meno un accordo commerciale con Londra, l’anno che verrà servirà a definire un nuovo rapporto con l’unico Paese – fino ad ora – a essere uscito dall’Unione europea. E in base a come andranno le cose, forse servirà anche da monito per gli altri. “Come in tutte le “nuove” relazioni, all’inizio potrebbe essere imbarazzante. Ma col tempo – aggiunge Michel – con la buona volontà di entrambe le parti, sono fiducioso che potremo stringere un rapporto che è nel nostro reciproco interesse.