Bruxelles – Si apre uno spiraglio sugli scenari post-Brexit e a 15 giorni dalla fine del periodo di transizione tutto è ancora possibile. “Si è aperta una strada verso un accordo, forse è stretta ma c’è“. Con queste parole la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha aggiornato il Parlamento UE questa mattina sullo stato dei negoziati con il Regno Unito, dopo la decisione di domenica scorsa (13 dicembre) sul trattare a oltranza. “C’è una via d’uscita sulla maggior parte dei problemi”. La più significativa è quella sulla governance, che la stessa presidente della Commissione ha confermato essere stata depennata dalle discussioni problematiche: “I problemi sulla governance sono stati risolti”.
Rimangono ancora aperte due partite, quella della pesca nelle acque britanniche e quella del level playing field (l’insieme di regole e standard comuni di mercato). “Dobbiamo garantire un’equa concorrenza sui nostri mercati, per questo ci servono meccanismi solidi”, ha spiegato la presidente della Commissione. “Sono due i principi basilari su cui ancora non abbiamo raggiunto un’intesa: gli aiuti di Stato e le norme che riguardano il meccanismo di non regresso degli standard minimi”. Ciò che rischia di far affondare la nave dell’accordo in extremis è la questione della pesca: “Vogliamo garantire stabilità e prevedibilità ai nostri pescatori. Ma abbiamo l’impressione che non riusciremo a risolvere questi problemi“, ha avvertito von der Leyen. La nota sinistra è stata alleggerita con la promessa di “continuare a cercare una soluzione e seguire la rotta giusta nei prossimi giorni”, che potrebbero essere – in questo caso davvero – decisivi: “So di averlo già detto e che le scadenze non sono state rispettate più volte”, ha ammesso la presidente della Commissione.
“The next days will be decisive […] I want to sincerely thank you @Europarl_EN for your support and understanding. I know that if we do get there that I can count on you to ensure a good outcome. We must walk these last miles in the same shoes.” [4/4]
— Daniel Ferrie (@DanielFerrie) December 16, 2020
Questa confessione di von der Leyen, ripresa nel Tweet del portavoce per la Brexit, può avere però un sentore diverso dal solito. Fonti interne alla presidenza tedesca del Consiglio UE hanno avvertito che si dovrebbe cercare di arrivare entro la fine della settimana corrente a un accordo, così da dare al Parlamento Europeo il tempo di ratificarlo. Pochissimi giorni ma, da quanto si apprende, sufficienti. Anche la decisione di domenica scorsa di non proseguire sulla strada dell’aut-aut (deal o no deal) prima del 31 dicembre sarebbe una conferma di un ultimo tentativo di trovare un’intesa, anche al costo di spostare ulteriormente la deadline a data non definita in queste ultime due settimane di periodo di transizione. Le stesse fonti però chiariscono che il no deal è sempre uno scenario possibile, per cui è necessario essere pronti in tutti i settori.
Il livello di preparazione dipende dall’approvazione delle misure di emergenza proposte dalla Commissione Europea lo scorso 10 dicembre. Questa mattina gli ambasciatori dell’UE, comunica il portavoce della presidenza tedesca in un Tweet, hanno approvato le misure mirate a garantire le connessioni del trasporto aereo e stradale e la sicurezza aerea in caso di mancato accordo al 1° gennaio 2021, mentre ieri è stato dato parere positivo a quelle inerenti alla pesca. “Questo regolamento crea un quadro giuridico per i pescatori dell’UE e del Regno Unito su come concedere loro le autorizzazioni per continuare a pescare nelle rispettive acque dopo la fine del periodo di transizione”, si legge nella nota. “In caso di mancato accordo, queste autorizzazioni potrebbero essere applicate fino al 31 dicembre 2021“. Lo scopo della misura d’emergenza sarebbe quello di “contribuire alla stabilità economica e al sostentamento delle comunità di pescatori fino a un accordo permanente UE-Regno Unito”. Serve ora che la proposta venga approvata dal Parlamento Europeo (secondo il programma, nella seduta di venerdì mattina), perché possa entrare in vigore a partire dal primo giorno del prossimo anno.
https://twitter.com/SFischer_EU/status/1339138106759516160?s=20
Sul fronte britannico, il premier Boris Johnson ha dichiarato davanti ai deputati della Camera dei Comuni che “c’è ancora ogni opportunità di concludere un accordo commerciale post-Brexit con l’Unione Europea“. Il punto di vista di BoJo – che si scontra con le sue stesse dichiarazioni di lunedì, secondo cui era più probabile un no deal di un accordo – scaturisce dal fatto che “ci sono forti speranze che i nostri amici al di là della Manica ne vedano il senso”. Il Parlamento britannico è in allerta sull’arrivo di una possibile legislazione la prossima settimana per ratificare l’Accordo di recesso.
Secondo fonti di The Guardian, il Regno Unito sta facendo alcune concessioni sulla questione “di principio” della pesca. Sarebbe stata abbandonata la richiesta che i pescherecci che navigano sotto bandiera britannica in futuro debbano essere di proprietà a maggioranza del Regno Unito: questo riguarda in particolare Spagna e Paesi Bassi, dove si sono registrati negli scorsi anni grossi investimenti in navi battenti bandiera UK. Nonostante possa essere considerato “un primo progresso”, non è comunque una soluzione all’intero problema: nello stesso momento il Regno Unito chiede che queste navi seguano la regolamentazione UK, non dell’Unione Europea, e che la totalità delle catture nelle sue acque (sempre nel caso menzionato) venga consegnato ai porti britannici, non il 70 per cento avanzato in precedenza. Questioni su cui sarebbe possibile trovare un accordo nei pochi giorni rimasti. Senza, l’intera nave Brexit sarebbe destinata ad affondare nello stretto canale indicato dalla presidente von der Leyen.