Bruxelles – La risposta più decisa al regime repressivo del presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, è arrivata oggi (mercoledì 16 dicembre) dal presidente del Parlamento UE, David Sassoli: “Non permetteremo che il governo tagli le relazioni delle opposizioni con il mondo esterno. Il governo della Bielorussia è avvisato”. Parole ferme, che hanno accompagnato la cerimonia di conferimento del Premio Sakharov per la libertà di pensiero alle leader e ai leader dell’opposizione in Bielorussia che dal 9 agosto scorso – giorno delle elezioni contestate – manifestano pacificamente per chiedere le dimissioni di Lukashenko. “È un momento che dimostra l’impegno non solo a parole dell’Unione Europea”, ha continuato Sassoli. “Ci saranno diverse iniziative nel prossimo anno, come una squadra del Parlamento UE in Bielorussia per monitorare la situazione sul campo“.
Nuove azioni concrete nel 2021, dopo le sanzioni al regime, che saranno diretta espressione di quanto ribadito durante la cerimonia in plenaria di fronte a Sviatlana Tsikhanouskaya (candidata alle presidenziali), Veronika Tsepkalo e gli altri attivisti presenti a Bruxelles in persona. “Negli ultimi sei mesi avete mostrato al mondo cosa vuol dire davvero non arrendersi. Avete difeso i vostri diritti e non rinunciate a lottare, nonostante il dolore, la sofferenza e la paura”, ha spiegato il presidente del Parlamento UE. “Come ha detto Nelson Mandela, il coraggio non è l’assenza di paura, ma il trionfo su di essa“. Si parla di una “rivoluzione” del popolo bielorusso, aperta “dal coraggio e la forza del vostro spirito”, a cui tutta l’Unione “deve rendere omaggio”. Sassoli ha sottolineato quanto fosse doveroso riconoscere il Premio Sakharov – “momento cruciale per il Parlamento Europeo” – ai leader di una rivoluzione pacifica in Bielorussia per la ricerca di libertà e diritti umani, che di fatto sono entrati quest’anno nella cerchia dei “nostri modelli di riferimento”.
“Nell’era dei social media, è difficile tenere nascoste le informazioni” e da qui parte la sfida dell’Unione al regime di Lukashenko: “Noi e il mondo intero siamo pienamente consapevoli di ciò che sta accadendo nel vostro Paese. Vediamo la sofferenza, gli indicibili abusi e la violenza“, ma anche “l’aspirazione e la determinazione a vivere in un Paese democratico. Ecco perché sosteniamo la lotta dell’opposizione”. Da quando alle ‘marce della pace’ i manifestanti hanno urlato che Ci siamo svegliati e non ci addormenteremo di nuovo, anche l’Europa ha capito che “la Bielorussia non ha più paura e nessun autoritarismo può bloccare l’apertura di un nuovo capitolo nella sua storia”.
È stata la stessa leader legittima riconosciuta dall’UE, Sviatlana Tsikhanouskaya, a prendere parola in plenaria per dedicare il Premio ai suoi concittadini: “Siamo pensatori liberi, destinati a vincere e camminare liberamente nelle strade della nostra città”. Ciò che hanno dimostrato i fatti dal 9 agosto a oggi è che “si sono confrontate due nature. Da una parte, persone pacifiche con bandiere e fiori. Dall’altra, uomini vestiti in nero, mascherati e armati”. Come dimostrano le fotografie mostrate dall’attivista: “Non sono scene di un film di guerra, ma quelle di una Bielorussia in tempo di pace“. Tsikhanouskaya ha parlato di detenuti suddivisi tra loro nelle prigioni con colori diversi, per capire il livello di maltrattamenti che dovranno subire dalla polizia. “Si prova terrore a sentire questi racconti, perché è stato costruito un muro invisibile di paura per 26 anni”. Quest’anno però è arrivato il momento della svolta: “Ci siamo uniti per cambiare le cose e seguire la strada della libertà, giorno dopo giorno”. Con una richiesta finale all’UE: “Salvaguardare i diritti umani non è un’interferenza di uno Stato sovrano. Senza una libera Bielorussia non c’è nemmeno un’Europa libera”.
La chiusura della cerimonia di premiazione dei leader dell’opposizione in Bielorussia è stata un ricordo agli altri due candidati al Premio Sakharov e all’importanza di “sostenere tutti coloro che nel mondo combattono la vostra stessa lotta”, ha spiegato il presidente Sassoli. “Desidero inviare un messaggio di speranza agli attivisti ambientali del Guapinol e Berta Cáceres dell’Honduras e a Monsignor Najeeb Michaeel, arcivescovo di Mosul“. Senza dimenticare i finalisti delle scorse edizioni ancora in carcere: “Chiedo la liberazione di Ilham Tothi, Raif Badawi e Nasrin Sotoudeh, che è stata appena incarcerata dalle autorità iraniane, nonostante le sue fragili condizioni di salute”, è stato l’ultimo pensiero di Sassoli.
Le congratulazioni da Bruxelles
“Questo Premio è il riconoscimento del coraggio, della resilienza e della determinazione dell’opposizione democratica bielorussa nel promuovere la democrazia e i diritti umani nel Paese”, ha commentato l’alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. “Abbiamo discusso di come rendere più efficiente il sostegno dell’Unione”, ha aggiunto Borrell, ricordando che l’UE è impegnata a chiedere “la fine delle detenzioni e delle violenze nei confronti di manifestanti pacifici, il rilascio di tutti i prigionieri politici, processi per chi ha autorizzato atti di violenza ed elezioni libere ed eque sotto l’osservazione dell’OSCE”. L’alto rappresentante ha poi fatto riferimento alle sanzioni UE contro 55 persone responsabili della repressione violenta e dell’intimidazione di membri dell’opposizione e giornalisti: “Siamo in procinto di finalizzare ulteriori sanzioni, che riguarderanno sia le persone fisiche che le entità”.
Congratulations @Tsihanouskaya! Awarding #SakharovPrize 2020 is recognition of courage, resilience and determination of Belarusian democratic opposition.
The EU is by the side of the Belarusian people and we discussed how to make EU support more efficient.https://t.co/CcOHMjpCQL pic.twitter.com/7CGEg8Y5r3— Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) December 16, 2020
Anche dagli europarlamentari italiani sono arrivati messaggi di vicinanza, come quello di Fabio Massimo Castaldo (Movimento 5 Stelle): “La lotta e le istanze del popolo bielorusso sono le stesse dell’Unione Europea, perché rappresentano i valori sui quali abbiamo costruito la nostra integrazione”, ha dichiarato l’eurodeputato. “Con il meccanismo di sanzioni per i diritti umani recentemente approvato, abbiamo un nuovo strumento a disposizione per prendere misure mirate nei confronti di persone, entità e organismi responsabili di gravi violazioni e abusi dei diritti umani”. Con una riflessione sul Premio Sakharov: “Il suo senso più profondo è quello di lottare per sconfiggere il nemico più pericoloso: l’indifferenza del resto del mondo di fronte agli abusi e le violazioni dei diritti umani. Questo riconoscimento scuote le nostre coscienze”, ha concluso Castaldo.