Bruxelles – Piani nazionali al vaglio della Commissione. Dopo l’intesa che nello scorso luglio ha partorito il pacchetto di fondi per la ripresa post-coronavirus “Next Generation EU” i governi dei 27 stati membri stanno iniziando (senza fretta) ad inviare a Bruxelles i documenti programmatici con le principali aree di spesa.
I fondi per la ripresa stanziati da Bruxelles mettono in campo una somma pari a 750 miliardi di euro, di cui 672,5 provenienti dal principale piano di ripresa, il Recovery and Resilience Facility, coperto per 312,5 miliardi da sovvenzioni a fondo perduto messe direttamente a disposizione dall’Unione Europea e da 360 miliardi che invece dovranno essere finanziari a prestito. Il resto delle risorse, pari a 77,5 miliardi, sarà garantito da programmi supplementari che condizioneranno soprattutto gli investimenti nell’economia verde e nel digitale. Le risorse più sostanziose dalle quali si attingerà per questa porzione del piano di ripresa saranno ReactEU (47,5 mld), il fondo per la transizione equa (10 mld), il fondo per lo sviluppo rurale (5 mld), InvestEU (5,6 mld) e Horizon (5 mld).
Le linee guida elaborate da palazzo Berlaymont e ribadite dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel discorso sullo stato dell’Unione parlano chiaro: il 37 per cento del maxi pacchetto di Next Generation EU (277 mld) dovrà essere destinato alla transizione verde a cui punta il Green Deal e il 20 per cento (150 mld) dovrà essere invece investito in per la trasformazione digitale.
Gli stati membri avranno tempo fino al 30 aprile 2021 per presentare alla Commissione le voci di spesa che interesseranno i piani di ripresa nazionali. Alcuni governi hanno già reso noto il contenuto delle loro bozze programmatiche. Il piano italiano è ancora in fase di definizione.
Spagna
Il Paese iberico riceverà 140,4 miliardi di euro, un finanziamento pari all’11 per cento del Pil, del Paese costituiti ed ha già presentato il suo piano alla Commissione. 72,7 miliardi consisteranno in sovvenzioni a fondo perduto, 67,7 in prestiti da rimborsare non prima del 2027. I primi saranno ricavati attraverso due principali strumenti di finanziamento della ripresa economica post-coronavirus, Il Recovery and Resilience Facility assegna alla Spagna 59 miliardi di euro a fondo perduto tra il 2021 e il 2023 che, con React EU e gli altri programmi stanziati per l’ambiente e il digitale, si doteranno di altri 13 miliardi di euro. Il Paese si aspetta di arrivare a un aumento del Pil di almeno il 2%. Dei totali 72 miliardi, 27 sono stati già inseriti nel bilancio di spesa 2021. L’investimento legato alla transizione ecologica è pari al 37 per cento (26,9 miliardi), alla trasformazione digitale è destinato il 33 per cento delle risorse (23,9 miliardi).
Il 16 per cento dei fondi totali sarà devoluto al settore agroalimentare e alle aree demograficamente in difficoltà, alle infrastrutture e alla protezione della biodiversità sarò destinato 12,2%, seguono la transizione energetica con l’8,9 per cento e modernizzazione e digitalizzazione dell’amministrazione pubblica con il 5%. I maggiori capitoli di spesa riguardano la digitalizzazione delle piccole e medie imprese (17,1 per cento), scienza e innovazione e rafforzamento del sistema sanitario (16,5 per cento), e istruzione e formazione per combattere la disoccupazione (17,6 per cento).
Francia
Il piano di ripresa di 100 miliardi annunciato a settembre contiene i 40 miliardi che provengono da Next Generation EU interamente sotto forma di sussidi a fondo perduto. Il piano nazionale dettagliato sarà trasmesso da gennaio 2021, fanno sapere dal ministero dell’economia transalpino. La ripresa francese poggerà su tre pilastri: la transizione verde si doterà di un pacchetto di 30 miliardi di euro, destinati ai programmi di ristrutturazione energetica per il settore immobiliare pubblico e privato, alla mobilità sostenibile e alla decarbonizzazione; agli investimenti tecnologici e alla riduzione delle tasse per le imprese saranno finanziati con 34 miliardi; previsti 36 miliardi per le politiche di inserimento nel lavoro e per l’occupazione giovanile.
Germania
Da Berlino ancora nessuna indicazione precisa sul ruolo che i fondi di Next Generation EU giocheranno nello scenario economico post Covid-19. I 28,8 miliardi di euro che il piano destina alla Germania (meno dell’1 per cento del Pil nazionale) sono interamente finanziati tramite sussidi. Il governo federale non contrarrà prestiti, ritenendo di poter attingere risorse dai mercati finanziari in maniera più vantaggiosa di quanto proposto da Bruxelles. I redattori della bozza di bilancio nazionale 2021 hanno tuttavia paventato la possibilità di accedere a 2,25 miliardi della somma attribuita dal Recovery and Resilience Facility alla Germania.
Per contrastare gli effetti della crisi nello scorso giugno la Germania ha varato un piano di 130 miliardi di euro, con il quale ha ridotto l’aliquota IVA standard dal 19 al 16 per cento e l’aliquota ridotta dal 7 al 5 per cento, garantito un bonus di 300 euro per ogni figlio e finanziato con un importo di 50 miliardi gli incentivi alla mobilità sostenibile e all’innovazione digitale.
Portogallo
Il governo lusitano ha trasmesso a Bruxelles la versione preliminare del piano nazionale di ripresa il 15 ottobre 2020, prevedendone la rifinitura per inizio gennaio 2021, quando bilancio pluriennale 2021-27 e piano Next Generation EU saranno definitivamente approvati.
Il Ministero delle Finanze portoghese rende noto che il programma di ripresa europea assegnerà al Paese sussidi per una somma di 15,3 miliardi di euro, a cui si aggiungeranno altri 15,7 miliardi di euro sotto forma di prestiti.
Il documento preliminare prevede tre macro aree di spesa: la sezione denominata “resilienza”, che si aggiudica la fetta maggiore di finanziamento (8,1 miliardi) e che si concentra in particolar modo sulle vulnerabilità sociali (cui sono destinati 3,5 miliardi di euro e che comprende a sua volta l’investimento nella sanità e nell’edilizia sociale) e in misura minore sulle politiche per l’impiego (2,7 mld) e per la coesione territoriale (1,9 mld); il capitolo della “transizione climatica” (2,8 mld), che ripartisce ugualmente le risorse in misura pari a 1 miliardo di euro alla mobilità sostenibile, alla decarbonizzazione e al campo dell’efficienza energetica e delle risorse rinnovabili; infine il capitolo della “transizione digitale” (2,8 mld) che inietterà fondi nella digitalizzazione della scuola e dell’amministrazione pubblica (rispettivamente 0,5 mld e 1,6 mld) e nell’impresa 4.0 (0,6 mld).