Roma – Bilancio e Recovery plan, “il passo avanti nel programma di risorse straordinarie”, l’accordo sul clima e la conferma del coordinamento sulla lotta alla pandemia, non bastano al premier Giuseppe Conte per tornare dal Consiglio europeo con il sorriso. In Italia lo aspetta un confronto di maggioranza molto difficile con l’alleato Matteo Renzi che ha lanciato la sfida perfino oltre confine minacciando il governo dalle pagine del quotidiano spagnolo El Pais nelle stesse ore dell’Euro summit.
Dopo i pericoli sventati sulla riforma del MES (“dobbiamo lavorare al completamento dell’unione bancaria su indicazioni che l’Italia ha ben chiare”) Conte replica al leader di Italia Viva in modo diretto. “Ci sono delle istanze critiche, dobbiamo capire cosa nascondono, ci confronteremo senza fingere, chiari e trasparenti. Quella della ripresa è una sfida enorme – spiega – abbiamo avuto dall’Europa un grande investimento di fiducia dobbiamo dimostrare di essere all’altezza ed è il Paese che prima di tutto merita chiarezza”.
Confronto che partirà molto presto a sentire il premier, anche sulla governance su cui appare disposto a correggere la bozza respinta dai renziani. “Dobbiamo assicurare lo strumento migliore per gestire e monitorare i progetti, per impegnare le risorse entro il 2023 e spenderle entro il 2026” ricorda con piglio Conte, pronto a “valutare tutte le proposte per migliorare la capacità ammnistrativa dello Stato”. Poi assicura che la struttura di cui si parla “non esautora né le amministrazioni centrali né quelle periferiche” però serve una cabina di regia “altrimenti perdiamo i soldi”.
Sul dialogo dice che “siamo il Paese che sta parlamentarizzando il piano di ripresa più di tutti e alla fine dovrà essere approvato dal Parlamento con i singoli progetti”. Confronto aperto anche con le opposizioni ma il segnale che manda alla maggioranza e al fronte critico della coalizione è chiaro: “Massima coesione, fiducia e determinazione, le sfide sono troppo complesse per poterci permettere un approccio diverso”.
Conte esclude che tra i partner del Consiglio europeo ci siano preoccupazioni per le fibrillazioni del governo così come nega “segnali di nervosismo o perplessità” per il processo delle ratifiche nazionali del Piano di ripresa e resilienza abbinato al Next Generation EU. “Sarà difficile partire prima di febbraio ma non ci aspettiamo un cammino insidioso”.
Quanto alle altre questioni trattate al tavolo dei 27, il premier ha sottolineato i progressi sugli obiettivi delle emissioni nella lotta al climate change, ai quali l’Italia ha dato un contributo importante. Per il capitolo degli scenari internazionali, ha poi ammesso sullo stato della difficile trattativa della Brexit verso l’inesorabile no deal e i segnali di insoddisfazione inviati alla Turchia. Infine gli impegni rinsaldati per un forte coordinamento sul fronte sanitario nella sfida alla pandemia, in particolar modo con l’avvio della campagna vaccinale. Con riferimento a una proposta accolta da molti capi di governo, Conte ha lanciato un possibile evento di forte impatto nella comunicazione: “Se ci riusciremo, cercheremo di organizzare il ‘Vaccino Day’, una giornata in cui tutti diamo il segnale che l’Europa è unita e parte insieme”.