Bruxelles – La transizione digitale voluta dalla Commissione Europea, quella che caratterizzerà il nuovo “decennio digitale” (secondo le parole della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen), sta già diventando realtà. Lo ha dimostrato oggi (giovedì 10 dicembre) l’intervento di Vincent Garnier, direttore generale FTTH Council Europe (associazione che rappresenta l’industria della fibra ottica), alla videoconferenza “Perché avere paura del 5G? Quando la conoscenza crea valore” organizzata dall’azienda ZTE. Parlando delle nuove tecnologie, Garnier ha spiegato che “le reti in fibra ottica e il 5G sono migliori amici“. Tradotto: la versatilità garantita dalla nuova tecnologia – al centro del dibattito dell’evento – è complementare e non antitetica all’utilizzo di filamenti in fibra di vetro o di polimeri plastici per trasferire grandi quantità di dati contemporaneamente e a una velocità elevata. “Con il 5G si ha una riduzione sensibile della latenza (intervallo di tempo che intercorre fra l’invio del segnale e la sua ricezione, ndr), è quasi 10 volte più veloce rispetto al suo predecessore 4G”, ha spiegato Garnier. “Sposta una quantità di dati che non sarebbe possibile fare con nessun’altra tecnologia”.
Tra gli ultimi obiettivi dell’associazione internazionale che unisce tutte le parti interessate nel settore della fibra ottica, c’è quello di mostrare l’importanza dell’innovazione a livello di sostenibilità per l’economia e la società europea. “Con un’accelerazione della connettività riusciremo finalmente a raggiungere una piena digitalizzazione nell’UE”, ha continuato Garnier. L’ultima frontiera è proprio la tecnologia 5G: “Stiamo presentando studi e report per far capire a tutti gli stakeholder i suoi benefici”, ma soprattutto “cerchiamo di far conoscere le politiche delle istituzioni europee, per dimostrare che investire nelle nuove tecnologie si allinea agli obiettivi del prossimo decennio dell’Unione“. Non è un caso se il direttore generale di FTTH Council Europe parli di “complementarietà con le normative sui servizi digitali disegnate dall’Unione Europea”.
Alla domanda provocatoria se si ritiene spaventato dalla tecnologia 5G, Garnier ha concluso che di sentirsi piuttosto “preoccupato che i legislatori non guidino la transizione digitale in tempi ragionevoli”. Questo perché “non si costruiscono network che siano utili solo nel presente, è una questione che coinvolge piuttosto le future generazioni“, come hanno dimostrato le conseguenze della pandemia Covid-19. “Questo 2020 ci ha dimostrato quanto sia necessaria nei tempi più brevi possibili una società più interconnessa, con una migliore velocità di connessione. Fibra ottica e 5G, insieme, possono realizzare lo scenario prospettato dall’Unione Europea”.