Bruxelles – Basta ritardi. Dopo mesi di negoziati e solo 21 giorni rimasti alla fine del 2020, “oggi è tempo di concludere” i negoziati su Bilancio e Recovery Fund. Questo il monito di David Sassoli ai governi europei riuniti in un Consiglio europeo di fine anno che si preannuncia molto denso. Due giorni in cui i capi di Stato dovranno trovare un accordo sul nuovo Bilancio pluriennale dell’Unione Europea (2021-2027) – a cui si lega lo strumento temporaneo di ripresa – su Brexit e sul clima, ma anche concordare un approccio comune alla nuova amministrazione di Joe Biden e prendere decisioni sulle relazioni con la Turchia.
Più di tutti occorre trovare la quadra sul pacchetto di Bilancio e Recovery (circa 1824 miliardi di euro) a cui direttamente o indirettamente si legano tutti gli altri dossier. Ma su un punto Sassoli cerca di essere chiaro sia di fronte ai leader che in conferenza stampa: il Parlamento europeo non accetterà di rimettere in discussione i risultati raggiunti nei negoziati con la presidenza tedesca di turno, sia sulle risorse del QFP – che sono state rinforzate durante le trattative – sia per quanto riguarda il meccanismo di tutela dello stato di diritto. “L’accordo non può essere messo in discussione”, ha ribadito in conferenza stampa, ricordando i passi compiuti fino a oggi da un inizio non proprio facile. Con la presidenza di turno della Germania “abbiamo fatto un lavoro molto importante”.
“C’è un buon clima”, ha esordito, dopo aver aperto, come di consuetudine, il Consiglio europeo. “Molta responsabilità e meno tensione di altre volte”. Per Sassoli è un buon auspicio, soprattutto alla luce del compromesso che sembra essersi trovato per convincere Ungheria e Polonia a sbloccare lo stallo. “Ci aspettiamo entro domani il consenso da parte degli Stati così da approvare il pacchetto già dalla prossima settimana”, in occasione della plenaria dell’Europarlamento. C’è grande “aspettativa perché tutto questo ha dato alle opinioni pubbliche fiducia verso le istituzioni europee”, ha aggiunto. Ma c’è anche tanta fretta di chiudere l’accordo in tempo. Senza il via libera sul Quadro pluriennale entro il 31 dicembre, l’Unione Europea entrerà tecnicamente in esercizio provvisorio di bilancio per il 2021 (cosa finora mai successa) e, secondo il sistema dei dodicesimi, potrà spendere un dodicesimo della cifra stabilita per ogni capitolo del bilancio 2020. Alle risorse di Bilancio si legano a doppio filo i 750 miliardi di euro del Recovery (per l’Italia 209 miliardi di euro) senza le quali sarà difficile finanziare la ripresa degli Stati membri.
Sul tavolo dei leader anche i nuovi obiettivi climatici per il 2030, sui quali il Parlamento ha messo l’acceleratore chiedendo un taglio delle emissioni del 60 per cento entro quella data, mentre al Consiglio ancora si discute se si possa o meno arrivare a un obiettivo del -55 per cento. La discussione di oggi e domani tra i leader sarà importante per fornire all’UE un orientamento politico condiviso, ma il presidente del Parlamento ha ricordato il ruolo della istituzione che presiede, sottolineando che che l’obiettivo climatico per il 2030 sarà deciso dai co-legislatori nel contesto dei negoziati a tre (in gergo ‘trilogo’) sulla legge sul clima, avviati da poco. Tutto è ancora da vedere, in sostanza. Sassoli si augura che già dalla prossima settimana si possa avviare “un buon calendario dei lavori”.
C’è poi la politica estera e le relazioni con la Turchia, su cui Sassoli auspica che si prendano in considerazione tutti gli strumenti a disposizione dell’Ue per risolvere le controversie, “incluse le sanzioni economiche, per inviare un segnale credibile del nostro sostegno all’integrità territoriale di Cipro”, messa alla prova dalla politica estera aggressiva di Ankara. “La Turchia deve ormai rendersi conto che sta rapidamente sfumando l’occasione di portare avanti un’agenda positiva”.