Bruxelles – Lo avevamo anticipato ma ora è ufficiale. Eleonora Evi, Rosa D’Amato, Piernicola Pedicini, Ignazio Corrao – i quattro eurodeputati scissionisti del Movimento 5 Stelle – sono stati accolti questa mattina dal gruppo dei Verdi al Parlamento europeo per acclamazione. “Oggi il nostro Gruppo si sta allargando! Abbiamo 4 nuovi eurodeputati che entrano a far parte del gruppo Verdi / ALE”, annunciano su twitter dopo la riunione del Gruppo, dando il benvenuto ai quattro eurodeputati, i primi italiani in questa legislatura a entrare nel gruppo ambientalista europeo. “Non vediamo l’ora di lavorare con voi sulla giustizia sociale, sui diritti umani e la politica climatica!“.
Dopo settimane di tensione all’interno della delegazione del M5S in Europa – cresciute dopo il voto diviso sulla riforma della Politica agricola comune (PAC) e alimentate ancora dai malumori sulla riforma del Mes – lo scorso 3 dicembre i quattro deputati considerati l’ala più ambientalista del Movimento hanno confermato in una nota di volersene andare “per poter continuare a portare avanti il proprio programma elettorale, più volte disatteso dall’ambiguo atteggiamento imposto nell’ultimo anno dal M5s stesso”.
La scissione dalla delegazione era ormai nell’aria, come noto era anche che da tempo era in corso un fitto dialogo con i Verdi per poter entrare nel Gruppo. La delegazione dei 10 (prima della scissione 14) deputati pentastellati al Parlamento europeo appartiene attualmente al gruppo dei Non-Iscritti. Dall’inizio della legislatura erano però in attesa di una decisione del gruppo ambientalista, decisione a lungo ritardata a causa di alcune criticità individuate nel Movimento italiano che il co-presidente dei Verdi, Philippe Lamberts, non ha mai nascosto e che riguardano essenzialmente la struttura della governance del Movimento: dal controllo esercitato dalla Casaleggio Associati, alla poca trasparenza nel ruolo della piattaforma Rousseau nei processi decisionali.
Problematiche che ancora non sono state del tutto superate, nemmeno dopo i tanto attesi Stati Generali di metà novembre che Lamberts ha ridimensionato a un “processo deludente”. “Qualcosa sta cambiando”, ha aggiunto in conferenza stampa annunciando l’ingresso dei quattro nuovi deputati, “ma il processo non è ancora compiuto”. Secondo l’eurodeputato belga, nel Movimento persistono problemi della governance e dell’orientamento politico. Il co-presidente dei Verdi ha voluto chiarire che l’ingresso dei 4 non vuole essere una “rottura definitiva” con il Movimento 5 Stelle, con cui però rimangono le stesse criticità dal 2014. E’ un fatto però che è stato proprio l’allontanamento dal Movimento 5 Stelle a spianarne la strada ai quattro scissionisti per entrare nei Verdi, per rimanere “fedeli al progetto originario del M5s”, sottolinea Lamberts.
Fra i quattro europarlamentari che si considerano più vicini alla linea di Di Battista nel Movimento, Eleonora Evi è quella più vicina alle priorità dei Verdi. “Da oggi potrò finalmente lavorare in modo incisivo e continuare a portare avanti le battaglie alle quali ho scelto di non abdicare nel rispetto del programma con cui sono stata eletta”, ha scritto in una nota, menzionando tra le priorità che intende perseguire in quanto membro della commissione per l’Ambiente soprattutto crisi climatica, economia circolare, energia rinnovabile. Per Evi passare dal gruppo misto al quello dei Verdi è una concreta possibilità di iniziare a “fare la differenza” nel processo legislativo europeo, in un gruppo in cui “valori come trasparenza e parità di genere sono concretamente attuati”. “L’ingresso nei Greens mi consente di portare avanti con coerenza e maggiore spinta il programma grazie al quale sono stata eletta”, ha concluso.
Contenuti e programmi che secondo i quattro scissionisti non potevano più essere portati avanti nella delegazione 5 Stelle in Europa. “La nostra decisione non è contro Conte, contro la maggioranza o tesa a destabilizzare il Paese”, ha voluto chiarire Ignazio Corrao, sottolineando che l’attuale maggioranza in Italia “è l’unica possibile, c’è tutto il nostro sostegno”. Ma “abbiamo bisogno di portare avanti quei temi che dentro la delegazione M5s non si potevano più portare avanti”. Su questo anche Rosa D’Amato ha motivato l’uscita dal M5S per “mantenere gli impegni presi con i nostri elettori” sui temi dei diritti sociali, della lotta alla povertà, dei temi ambientali”.