Bruxelles – Il bilancio di lungo termine dell’UE (MFF 2021-2027) ancora non c’è, bloccato dal veto di Polonia e Ungheria per le clausole sullo Stato di diritto. Ma Parlamento e Consiglio continuano a lavorare, per essere pronti quando si uscirà dall’impasse. I negoziatori di entrambe le istituzioni comunitarie hanno trovato l’accordo per l’uso dei fondi di coesione per il prossimo settennio.
I Fondi di coesione sono racchiusi all’interno del più ampio capitolo dei fondi strutturali. I principali contenitori per la coesione sono il Fondo europeo per lo sviluppo delle regioni (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo di coesione (FC). Novità in arrivo per il FESR. Una parte significativa del Fondo europeo di sviluppo regionale, di gran lunga il più grande fondo pubblico dell’UE, sarà spesa per la crescita intelligente e l’economia verde.
Sono state fissate soglie minime di utilizzo dei fondi per progetti di economia verde e sostenibilità, e innovazione digitale. Per le regioni più sviluppate, il cui Reddito nazionale lordo (RNL) è uguale o superiore a quello della media UE) si stabilisce che debba essere investito per un’Europa più verde almeno il 30% delle risorse provenienti dal fondo europeo. Nessuna soglia minima per l’obiettivo digitale. Per le regioni in “transizione”, con un RNL locale pari tra il 75% e il 100% della media europea, resta fermo l’obiettivo di spesa verde al 30%, a cui si aggiunge un obiettivo di spesa digitale del 40%. Un impegno che per l’Italia riguarderà Umbria e Sardegna. Per le regioni meno sviluppate, quelle con un Reddito nazionale lordo inferiore ai valori del 75% della media UE, richiesti obiettivi di sviluppo in chiave sostenibile per il 30% del fondo di coesione, e del 25% per interventi in tecnologia informatica. Tutti vicoli per le regioni del Mezzogiorno.
Nessuna novità per quanto riguarda il Fondo di coesione, che continuerà a concentrarsi sugli investimenti nelle infrastrutture ambientali e di trasporto. Esclusi dai finanziamenti regionali dell’UE nucleare (costruzione o smantellamento di centrali), combustibili fossili, attività legate ai prodotti del tabacco, infrastrutture aeroportuali (ad eccezione delle regioni ultraperiferiche).
Andrea Cozzolino (PD/S&D), relatore del testo, non ha dubbi. “Abbiamo raggiunto un ottimo accordo”. Il risultato del negoziato con il Consiglio “consentirà di sostenere, in tutte le regioni europee, l’occupazione, il welfare, la crescita economica e, soprattutto, lo sviluppo sostenibile per la prossima programmazione 2021-2017″. Non solo. “Dal turismo agli alloggi sociali, si tratta di una normativa ambiziosa che offre enormi opportunità e che consente agli Stati membri di affrontare importanti sfide internazionali, come la pandemia, la crisi migratoria o il cambiamento climatico”.
Soddisfatta anche la commissaria per la Coesione. “Questo accordo politico definisce ciò che può essere sostenuto e prioritario nell’ambito dei due fondi” europei, sottolinea Elisa Ferreira. “La chiusura dei negoziati consente di finalizzare e avviare rapidamente i programmi, il che è particolarmente importante durante la crisi economica causata dalla pandemia”. Adesso che l’accordo è raggiunto, “incoraggio le autorità nazionali a coinvolgere pienamente le autorità regionali e locali nonché le parti economiche e sociali in questa fase chiave”. C’è adesso “una preziosa opportunità per raggiungere un ampio accordo tra tutti i partner sulla strada della ripresa e per costruire la resilienza delle nostre comunità regionali su basi rinnovate e più solide”.