Bruxelles – Mentre a Bruxelles si cerca una soluzione sul veto di Ungheria e Polonia che blocca il Recovery Fund, l’Italia è alle prese con le tensioni interne alla maggioranza sulla governance della cabina di regia per l’attuazione del Recovery plan italiano.
“La Commissione europea non ha mai dato indicazioni, formali o informali, su come organizzare la struttura politica per preparare i piani nazionali di resilienza o amministrare i fondi” che arriveranno all’Italia dal Next Generation Eu (209 miliardi di euro di cui 81 in sussidi a fondo perduto e 127 in prestiti). Lo ha chiarito oggi (8 dicembre) la portavoce della Commissione europea Marta Wieczorek nel corso del briefing con la stampa, interpellata sulla possibilità che la task force di Roma possa essere formata anche da manager. Nell’idea del premier Conte la governance della task force dovrebbe essere formata da un comitato esecutivo e sei responsabili di missione, uno per ogni macro priorità individuata (transizione verde, innovazione, infrastrutture e mobilità, istruzione e ricerca, sanità e parità di genere).
“Sta al governo italiano la decisione su come organizzarsi”, ha aggiunto la portavoce chiudendo la questione. Dal canto suo la Commissione europea ha messo in piedi “una task force specifica per l’attuazione della Recovery Facility”, ha voluto aggiungere il portavoce capo Eric Mamer. “E’ un programma davvero ambizioso da attuare e ovviamente richiede che ogni amministrazione si equipaggi con mezzi più adeguati per attuare il piano nel modo più efficace possibile”.