Roma – Fate presto, basta ritardi. Così le associazioni delle grandi imprese di Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna hanno inviato una lettera ai presidenti delle istituzioni europee chiedendo che gli strumenti messi in campo per la ripresa diventino operativi senza ulteriori ritardi. Veti e trattative mettono in allarme gli industriali che in vista dell’euro summit chiedono di sbloccare gli strumenti chiave del Recovery Plan europeo, il Quadro finanziario pluriennale e il Next generation EU.
Evocando il pericolo dell’esercizio provvisorio le cinque sigle (BDI Germania, MEDEF Francia, CONFINDUSTRIA Italia, CEOE Spagna e LEWIATAN Polonia), ricordano che rappresentano le imprese dei Paesi a cui saranno destinati circa i due terzi delle sovvenzioni della Recovery and Resilience Facility, il principale strumento di Next Generation EU. Nella richiesta di superare lo stallo negoziale “esortano le Istituzioni europee e gli Stati membri a coinvolgere le parti sociali nell’elaborazione e nell’attuazione dei piani nazionali di ripresa, definendo regole semplici e chiare per assicurarne un’effettiva operatività”.
“Secondo le prospettive economiche dell’autunno elaborate Business Europe – scrivono le 5 Confindustrie – l’economia europea subirà un crollo pari al 7,3% del PIL nel 2020 a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia”. Una situazione che però sta ulteriormente peggiorando e il percorso per tornare ai livelli di produzione pre-COVID, “sarà lungo e caratterizzato da un elevato grado di incertezza”.
Nella missiva, i presidenti chiedono ai responsabili politici di fare “quanto è in loro potere per sostenere i nostri sistemi economici”, rispondendo a “cittadini e imprese europee che aspettano con ansia il via libera al Piano per la ripresa”. Entrando nel merito della RRF, mettono l’accento sull’esigenza di “un quadro coerente e flessibile sugli aiuti di Stato con l’obiettivo di finanziare la ripresa a livello nazionale, basato su regole adattate e processi di notifica più brevi e agevoli”. Infine, chiedono che riforme e investimenti facciano perno sulle priorità chiare, in sintonia con “gli ambiziosi obiettivi UE in materia di protezione ambientale e innovazione digitale”.