Bruxelles – Blocchi dei prodotti alle frontiere, interruzione delle catene di approvvigionamento, carenza dei lavoratori nei campi. L’impatto della pandemia sull’agricoltura si è avvertito, soprattutto all’inizio della diffusione del virus in Europa, ma il settore agricolo è riuscito comunque a garantire la produzione anche durante il lockdown. L’Unione europea ha risposto alla crisi con misure straordinarie che riguardano anche il comparto agroalimentare, anche se il veto di Ungheria e Polonia sul Bilancio Ue a lungo termine e il Recovery Fund, rischia di ritardare lo sblocco di risorse e l’avvio dei principali programmi europei, con enormi conseguenze sulla ripresa del Continente.
Questi i temi al centro del dibattito su “Pandemia e agricoltura europea: superare l’emergenza, governare la trasformazione”, moderato dal giornalista Angelo Di Mambro, che si è tenuto nell’ambito di ‘How Can We Govern Europe?’, l’evento promosso da Eunews per un dibattito più consapevole sull’Europa e giunto quest’anno alla settima edizione.
Oggi l’Unione europea sta scommettendo su un accordo di Bilancio e fondo di ripresa da 750 miliardi di euro di portata storica, che però rischia di slittare ancora a causa di Budapest e Varsavia “che non vogliono legare le risorse di bilancio alla tutela dello stato di diritto”. Settimana prossima, il 10 e 11 dicembre, ci sarà un nuovo vertice e “ci auguriamo che i capi di Stato e governo possano approvare l’accordo che non solo finanzierà la ripresa dal Covid-19 ma sbloccherà anche le risorse per il settore agroalimentare”, ha sottolineato Michael Scannell, Direttore Generale aggiunto DG AGRI della Commissione europea, intervenendo all’evento e mettendo in guardia del fatto che “senza un accordo avremo un grande problema”. Nel quadro della Politica agricola comune (PAC), Scannell ha reso noto che il 18 dicembre la Commissione adotterà delle raccomandazioni per gli Stati membri sui piani strategici nazionali relativi che dovranno presentare per ricevere i finanziamenti di Bruxelles. Scannell ha chiarito che gli obiettivi “dovranno essere molto orientati su Green Deal e sostenibilità”.
“Innovazione e ricerca avranno un ruolo chiave nel settore agroalimentare, non solo per il superamento della crisi da Covid-19 ma più in generale per raggiungere gli obiettivi del Green Deal e della sostenibilità”, ha spiegato. Il monito agli Stati membri a “prendere più sul serio il cambiamento climatico e riorientare anche l’agricoltura verso una maggiore sostenibilità”, che secondo la Commissione si dispiega attraverso le tre dimensioni: sociale, economica e ambientale. In tutte e tre le aree “l’innovazione, la ricerca e le nuove tecnologie sono fondamentali per fare progressi”. Per far fronte ad eventuali nuove crisi come quella del Covid, nel quadro della Farm to Fork la Commissione presenterà un piano di emergenza per la sicurezza alimentare nel 2021.
In realtà, nonostante le difficoltà iniziali, oggi i problemi del settore agroalimentare riguardano più che altro quella parte del comparto HORECA (ovvero Hotel, ristoranti, bar) che è rimasto a lungo chiuso in tutta Europa a causa dei vari lockdown”, ha ricordato Paolo De Castro, europarlamentare S&D della Commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale. I lockdown hanno contribuito a ridurre “la domanda alimentare di circa un quarto con effetti rilevanti su quei Paesi – come l’Italia – che contano molto sui servizi”. De Castro ha poi riconosciuto che “mai come in questa crisi da Covid-19 abbiamo avuto un’Europa che “ha agito in modo tanto solidale e in tempi così rapidi”. La spinta del Recovery Fund “non ha precedenti” in termini di portata e di solidarietà”. Ma anche lui ha insistito sull’urgenza “di superare il veto di Ungheria e Polonia sul Bilancio in tempi rapidi”. Una volta che le “risorse europee sono state messe in campo avremo 10 miliardi di euro per l’agricoltura”, previsti dall’accordo tra Parlamento e Consiglio raggiunto poche settimane fa per mobilitare dal Next Generation Eu per lo Sviluppo rurale circa 8 miliardi di euro aggiuntivi (a cui si sommano altri 2,6 previsti dal bilancio pluriennale 2021-2027) di aiuti al settore agricolo. Fondi che sarebbero già disponibili nel 2021 e per tutto il 2022.
Quella a cui abbiamo assistito nella prima fase della pandemia “era una crisi temporanea della domanda. Mentre oggi le cose sono diverse”, insiste anche Annalisa Zezza, Direttrice di Ricerca di CREA-PB, che ha fornito una serie di dati per quanto riguarda la crisi del comparto. Se ad aprile partivamo da una caduta del PIL del 3,5 per cento ma con una buona prospettiva di ripresa nel 2021 “che testimoniava quindi solo un calo della domanda” per poi riorientarsi sulle condizioni di ora, “le nuove stime partono da dati più importanti” stimando una caduta del PIL “del 9,5 per cento nel 2020 e una ripresa di appena il 3,5 per cento nel 2021”. A livello mondiale si stima dunque “una forte caduta della domanda che comporta anche un caduta dei prezzi agricoli”, pari circa il 10 per cento con conseguenze anche sul commercio internazionale. Trovandoci di fronte a una crisi senza precedente non è facile fare congetture sulla ripresa a lungo termine, ma bisogna essere realisti sul fatto che “per tornare a una condizione simile ai livelli pre-Covid servirà un percorso lungo”, forse anche oltre il 2025.