Bruxelles – Se sulla presidenza della Germania c’erano tante aspettative su come avrebbe affrontato la sfida della crisi economica dovuta alla pandemia, altrettante ce ne sono sulla presidenza del Portogallo che a partire dal primo gennaio 2021 dovrà guidare l’Ue nell’era post-Covid.
Cooperazione economica tra gli Stati membri per la ripresa, rafforzamento del modello sociale europeo e promozione dell’autonomia strategica dell’Unione. Venerdì 4 dicembre è attesa da parte di Lisbona la presentazione ufficiale delle linee programmatiche della sua presidenza, ma tra ieri e oggi, il premier Antonio Costa ha già scandito e delineato le tre priorità su cui verteranno i sei mesi alla guida dell’Ue, dopo i primi incontri istituzionali con Ursula von der Leyen, Charles Michel e David Sassoli.
Europa più resiliente, più verde e digitale, con una dimensione finalmente globale e dotata di una propria autonomia strategica. Fin qui, il percorso tracciato raccoglie l’eredità della presidenza tedesca. Nelle intenzioni di Lisbona, però, l’agenda sociale spicca in cima alle priorità, in quanto ritenuta essenziale per la risposta europea al COVID-19.
Se le priorità dell’Unione europea sono le due transizioni climatica e digitale da attuare nonostante la crisi, “dobbiamo dare a tutti la possibilità di affrontare i cambiamenti con consapevolezza”, ha chiarito ieri Costa in conferenza stampa insieme al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Per questo punta a rafforzare anche il Pilastro europeo dei diritti sociali, adottato dall’Unione europea nel 2017 per sostenere pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque, protezione sociale e inclusione. Bisognerà inoltre “investire nella innovazione, soprattutto per le piccole e medie imprese”, che rappresentano lo scheletro dell’economia europea.
Il modello sociale Ue, da molti considerato unico, dovrà essere al centro dell’agenda dei prossimi mesi, sottolinea Costa. Un’Europa a dimensione sociale significa lavorare sull’inclusione, l’equità e i diritti dei suoi lavoratori, quindi anche sostegno in caso di disoccupazione. Un esempio è dato dall’introduzione dello Strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza (SURE) per un totale di 100 miliardi di euro, sotto forma di prestiti concessi a condizioni favorevoli. Se la questione sociale era importante prima, “ora lo è ancora di più a causa della pandemia” e dai suoi “costi” umani e sociali. Il governo portoghese affronterà quindi questioni legate alla povertà e l’esclusione sociale, ma anche all’uguaglianza. In questo senso, un momento cruciale della sua presidenza sarà il Vertice sociale previsto per il 7 e 8 maggio a Porto. Michel ha confermato che “questo vertice fornirà l’impulso politico per attuare il piano d’azione per l’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali”, che la Commissione europea dovrebbe presentare nella prima metà del 2021. Riassumendo per Costa l’obiettivo sarà “quello di non lasciare indietro nessuno” nella ripresa dalla pandemia.
Rafforzare “il modello sociale europeo, in modo che nessuno venga lasciato indietro”, è l’impegno condiviso con il Parlamento europeo, ed “è fondamentale per la ripresa post Covid”, ha scritto su Twitter il presidente David Sassoli che ha avuto con il premier di Lisbona un incontro virtuale insieme alla Conferenza dei Presidenti (che riunisce anche i vertici dei gruppi politici).
A Lisbona anche il compito di promuovere una cooperazione rafforzata tra gli Stati membri per quanto riguarda la Salute. “Dobbiamo investire in una politica europea della Salute”, ha suggerito Costa. Durante la sua presidenza dovrebbe tenersi anche il Summit sulla Sanità mondiale, organizzato dalla Commissione europea e dall’Italia alla guida del G20, per aumentare la consapevolezza degli Stati alle minacce per la salute. Ripresa economica e sociale dalle conseguenze della pandemia, ma anche transizione verso un’Europa più verde e più digitale, ovvero le priorità dall’Unione europea per i prossimi mesi. “Non ci sarà transizione climatica senza la transizione digitale”, ha chiarito Costa, confermando l’impegno a considerare rivoluzione verde e digitale come aspetti complementari della ripresa.
E ancora, il rafforzamento dell’autonomia strategica dell’Unione, che significa meno dipendenza dagli altri partner globali e capacità “di agire da soli”. Argomento molto divisivo anche tra gli Stati membri: autonomia strategica non è però un concetto “incompatibile con un’Europa aperta e multilaterale”, precisa il portoghese e se da un lato bisogna rafforzare l’indipendenza dell’Ue dall’altro al Continente serve continuare a promuovere partnership “con gli Stati Uniti di Biden, ma anche con l’America Latina, con l’Africa, con i Paesi del Pacifico ma soprattutto con l’India”, che secondo Costa rappresenta un partner chiave per l’Ue per la dimensione digitale. Per David Sassoli questo è un punto cruciale. “Costruire partenariati e non solo concorrenza”, l’apprezzamento del presidente del Parlamento secondo cui le priorità delineate da Costa “forniscono obiettivi e una chiara visione dell’Europa del futuro”.
Alla presidenza di Lisbona rimangono però due incognite sul bilancio a lungo termine e sulla Brexit. Dopo che il veto di Ungheria e Polonia ha congelato i negoziati sul prossimo quadro finanziario pluriennale (2021-2027), non è detto che si riesca a sbloccare la situazione prima del 31 dicembre. I leader di Stato e governo torneranno sulla questione al Vertice del 10 e 11 dicembre, l’ultimo (per ora in programma) prima della fine della presidenza tedesca alla guida dell’Ue. Rispondendo a una domanda, Costa ha chiarito che “non c’è alcun piano B se non quello di approvare questo compromesso sulla base dell’accordo di luglio. Il Portogallo sostiene l’accordo di luglio e la presidenza tedesca”, lasciando intendere che spera in un accordo al prossimo vertice di dicembre. “C’è urgenza di approvare l’accordo prima del 31 dicembre 2020”, ha sottolineato ancora, “la politica di coesione europea soffrirebbe un taglio netto senza l’accordo” perché l’Ue inizierebbe il 2021 in esercizio provvisorio di bilancio. L’UE ha bisogno “con assoluta rapidità” delle risorse del Recovery fund, “abbiamo bisogno di questo accordo storico”. L’altra grande incognita è quella dei futuri rapporti con il Regno Unito, su cui spera “in una Brexit meno drammatica possibile”.
“Sono d’accordo con Costa, non esiste un piano B”, ha sottolineato anche Sassoli alla conferenza stampa dopo l’incontro. “Adesso il dialogo fra la presidenza tedesca ed i governi ungherese e polacco credo offrirà la possibilità al Consiglio di far varare tutto questo. Naturalmente – ha spiegato – se questo non fosse ci sarebbe un lavoro che dovrebbe ricominciare da capo e credo che gli europei non se l’aspettano e non se lo meritano. Penso che comprometterebbe la capacità di ripresa”.
Sulle spalle di Lisbona potrebbe infine ricadere anche l’organizzazione della Conferenza sul Futuro dell’Europa, che doveva partire simbolicamente lo scorso 9 maggio (la Festa dell’Europa) ma che è stata a lungo rimandata perché Consiglio e Parlamento non sono riusciti a trovare un accordo sulla leadership, ovvero su chi dovrebbe guidarla. Il Consiglio dell’UE per mesi ha spinto per una “autorità indipendente” (quindi esterna alle istituzioni europee) mentre il Parlamento ha proposto la figura del liberale belga Guy Verhofstadt. Secondo alcune dichiarazioni di Sassoli di domenica scorsa, ci sono ancora speranze che la Conferenza (che dovrebbe avere durata biennale) possa partire già a dicembre sotto la presidenza di Merkel. “La Conferenza ci aiuterà a delineare l’Europa del domani”, ha detto Costa sottolineando la necessità di farla partire prima possibile.