Bruxelles – Una vicenda che rimbalza da Bruxelles a Praga ormai da tempo. Un portavoce ha confermato che lo scorso 22 ottobre la Commissione ha recapitato alle autorità ceche una nuova relazione sul conflitto di interesse che coinvolge il primo ministro ceco Andrej Babiš e Agrofert, il colosso aziendale agroalimentare, chimico ed edilizio da lui fondato nel 1993. La compagnia ha beneficiato di un’ingente mole di finanziamenti europei negli ultimi anni, nonostante Babiš sia nella condizione di esercitare un controllo effettivo su Agrofert e di influire allo stesso tempo in qualità di primo ministro sui negoziati del bilancio europeo.
A causa della procedura in corso, la Commissione non rende noti i termini della controversia che si sta svolgendo con il governo ceco, ma i media cechi sostengono che la nuova verifica ispettiva della Commissione insista nel ripetere che Babiš abbia chiari margini per operare su Agrofert e che il caso rilevi una chiara fattispecie di conflitto di interessi. Lo stesso esecutivo europeo comunica anche che i progetti per i quali Babiš è indagato non accedono a finanziamenti europei dall’agosto 2018, qualche mese prima dell’avvio dell’indagine di Bruxelles.
L’audit di follow up redatto a fine ottobre da Bruxelles è solo l’ultimo atto di una lunga e silenziosa querelle. La relazione della Commissione segue infatti la risposta di Praga alle raccomandazioni richieste dalla relazione finale sul Fondo di sviluppo regionale, sul Fondo strutturale e sul Fondo di coesione di maggio 2020 e prende atto della loro applicazione da parte delle autorità ceche. Tuttavia già a maggio 2019 la Commissione aveva sollevato dei dubbi sulla possibilità di conflitto di interesse (fattispecie che Babiš aveva definito come “un attacco alla Repubblica Ceca) e un mese dopo decine di migliaia di cechi erano scesi in piazza per chiedere le dimissioni del primo ministro.
Interrogato sulla faccenda Babiš si è dichiarato ignaro della procedura posta in essere dalla Commissione, ma ha ugualmente escluso un suo coinvolgimento nel controllo di Agrofert affermando inoltre di aver ottemperato alla legge sul conflitto di interesse in vigore in Repubblica Ceca affidando le azioni della compagnia in suo possesso a un trust prima dell’entrata in carica come primo ministro e rinunciando così al controllo della società. Ma l’atteggiamento incalzante della Commissione sembra dire il contrario.
Peraltro in passato Babiš aveva già escluso la possibilità di dimettersi da primo ministro o l’eventualità che il Paese si sarebbe trovato nella condizione di restituire alcuni finanziamenti a causa di tale presunto conflitto di interessi.
Ore le autorità nazionali avranno tempo fino a tre mesi dalla ricezione della relazione per chiarire la posizione del premier. A quel punto seguirà una nuova valutazione da parte della Commissione.
La rivista economica Forbes definisce Andrej Babiš come la quarta persona più ricca del Paese.