Bruxelles – Bilancio UE, il rompicapo è sempre più grande. L’inizio del 2021 è sempre più vicino, ma ancora non si sa che tipo di bilancio avrà l’Unione per il nuovo anno. Ci sono trattative in corso per un budget annuale, legato alla proposta di bilancio pluriennale, su cui c’è però il veto di Polonia e Ungheria. Il tempo stringe, e la Commissione adesso prepara davvero il piano B nel caso non fosse possibile sormontare il blocco di Varsavia e Budapest.
Il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis aveva detto che non poteva essere tralasciato nulla, e a quanto si apprende la Commissione lavora ad una proposta per un meccanismo per la ripresa da attuare non più a 27 ma 25, con la quota parte di Ungheria e Polonia (circa 35 miliardi di euro) da ripartire tra gli altri Stati membri, così da mettere al sicuro i 750 miliardi di euro per la risposta alla crisi economica da Coronavirus. Una situazione già ventilata, peraltro.
Il nodo del bilancio 2021
Il meccanismo per la ripresa (Next Generation EU), che contiene il recovery fund, è in più rispetto ai 1.090 miliardi di euro di bilancio così come concordato con il Parlamento europeo. Le istituzioni comunitarie sono in questo momento in fase di trattative per un il bilancio 2021, sulla base del pacchetto che comprende buget settennale (MFF 2021-2027) e NextGenerationEU. Il 7 dicembre finisce il periodo di utile per trovare un accordo. Per quella data, se c’è un’intesa bene, altrimenti si dovrà iniziare il 2021 rinnovando in automatico i montanti del bilancio 2020. Lo prevedono le regole dell’UE. Senza un accordo o senza un nuovo bilancio si ha un’estensione tecnica del bilancio annuale all’anno successivo.
Se invece un accordo si trova, per un bilancio 2021 quale prima parte del nuovo budget di lungo periodo c’è ancora speranza. A patto che i capi di Stato e di governo dell’UE escano dall’impasse sul pacchetto budget-recovery fund in occasione del vertice del 10 dicembre. Dunque è tutto lasciato in sospeso fino al pronunciamento dei leader.
Se il summit dei leader supera ogni ostacolo, la Commissione UE potrebbe proporre formalmente l’accordo preliminare di bilancio per il 2021 immediatamente, con riunione del collegio da tenere l’11 dicembre, così da permettere il voto del Parlamento nella sessione del 14-17 dicembre (insieme all’intero pacchetto). Altrimenti si renderebbero necessarie altre opzioni.
Già, perché secondo le regole, in caso di rinnovo tecnico dell’esercizio 2020 al 2021, le risorse serviranno a finanziare “i programmi per i quali esiste ancora una base giuridica”. Vuol dire che i nuovi programmi, quelli non previsti dal bilancio 2014-2020, non potranno partire. Mettere al sicuro l’intero nuovo MFF vuol dire mettere al sicuro il funzionamento di tutte le politiche, vecchie e nuove, dell’UE. Inoltre l’aver legato bilancio e recovey fund implica l’impossibilità di far partire quest’ultimo per via del veto sul primo.
Recovery fund per chi ci sta
Ecco perché a Bruxelles si lavora proprio a tutto. Essendo la matassa così ingarbugliata, in assenza di un accordo su bilanci (annuale e pluriennale) e meccanismo di ripresa, “vengono esplorate soluzioni per sostenere comunque la ripresa tra gli Stati membri disponibili a lavorare a tali alternative”. Si tratterebbe di soluzioni giuridicamente sostenibili miranti a “replicare gli effetti del pacchetto originale” tra gli Stati membri disposti ad andare avanti, spiegano fonti UE. Potrebbero essere messe in atto come misure ponte fino al momento in cui non verrà trovato un accordo tra tutti i 27 Stati membri. Fino a quando, cioè, Polonia e Ungheria non decideranno di rinunciare al diritto di veto.