Bruxelles – Rispetto al 2018 le emissioni di gas serra nell’UE sono state ridotte del 3,7 per cento, una percentuale che configura un calo del 24 per cento registrato dal 1990 e che mostra il successo dell’Unione nel raggiungere l’obiettivo del 20 per cento delle emissioni in meno entro il 2020 concordato dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici adottata a Rio de Janeiro nel 1992. Lo afferma la Commissione europea che ha adottato la relazione annuale sui progressi dell’azione per il clima, pubblicando i risultati che i 27 Stati membri hanno raggiunto complessivamente nella riduzione della produzione di gas serra nel 2019.
Il risultato conseguito, come ha sottolineato in un comunicato la Commissione, sorprende soprattutto in virtù della crescita del Pil pari al 60 per cento che ha caratterizzato negli ultimi tre decenni dall’Unione a 27 stati, un dato che l’esecutivo europeo pone a dimostrazione della possibile convivenza tra obiettivi climatici e crescita economica.
“L’Unione europea dimostra che è possibile ridurre le emissioni e far crescere l’economia”, ha spiegato il Vicepresidente esecutivo con delega al Green Deal Frans Timmermans. “La transizione è possibile se manteniamo l’impegno e cogliamo le opportunità della ripresa per rilanciare l’economia in modo più verde e resiliente per creare un futuro sano e sostenibile per tutti”.
Attualmente l’UE si serve di un sistema di scambio di quote per contrastare i cambiamenti climatici. Istituito nel 2005, l’ETS EU (European Union Emissions Trading System) mira a ridurre in maniera economicamente efficiente le emissioni di gas a effetto serra prodotte da impianti fissi, istituendo un mercato in cui le imprese possono acquistare o vendere quote di emissioni tra loro nel limite della quantità totale stabilita ogni anno. Questo sistema interessa le emissioni prodotti da circa 11.000 impianti ad alto consumo di energia e dalle compagnie aeree e copre il 45% delle fonti di gas serra in tutta l’UE.
Rispetto al 2018, con una riduzione del 9,1 per cento, il tetto delle emissioni contemplato dall’ETS EU per il 2019 ha registrato la contrazione anno su anno più elevata di sempre. Il provvedimento ha principalmente interessato l’energia elettrica, le cui riduzioni di gas serra sono sono scese di quasi il 15 per cento rispetto al 2018, in virtù della persistente sostituzione della produzione di energia elettrica ottenuta da carbone con la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e gas. Il trasporto aereo relativo ai voli all’interno dello Spazio economico europeo, rileva invece una crescita della produzione di gas serra continua seppur moderata, con un aumento dell’ 1 per cento delle emissioni in più rispetto al 2018.
Il focus principale è quello di realizzare entro il 2030 l’obiettivo prioritario dell’agenda climatica europea del 55 per cento di emissioni in meno rispetto ai valori del 1990. “La relazione di oggi conferma ancora una volta che occorre moltiplicare gli sforzi in tutti i settori dell’economia per raggiungere l’obiettivo comune della neutralità climatica entro il 2050”, ha continuato Timmermans.
Secondo quanto la Commissione prevede, la crisi pandemica da Covid-19 in corso potrebbe far segnare un calo delle emissioni senza precedenti, con un crollo del 10 per cento di CO2 su base annua (International Energy Agency). Come accaduto in passato una rapida ripresa dell’economia potrebbe provocare un ripristino delle attività inquinanti ben più preoccupante. È un’ipotesi che la Commissione vuole decisamente escludere.