Bruxelles – Mentre a Roma si è scatenata la polemica sulla proposta di patrimoniale contenuta in un emendamento alla manovra di bilancio (primi firmatari, Matteo Orfini della minoranza del Partito Democratico e Nicola Fratoianni della componente di Sinistra Italiana in Leu), in altre capitali europee già da mesi si discute della possibilità di chiedere un aiuto ai più ricchi per avere maggiori strumenti nella lotta contro il Coronavirus. È il caso dei governi di Spagna e Belgio.
A Bruxelles, il governo Vivaldi (coalizione tra socialisti, liberali, Verdi e democristiani) presieduto dal premier liberale Alexander De Croo lo scorso 2 novembre ha raggiunto un accordo per un ‘contributo di solidarietà’ che dovrebbe portare circa 428 milioni di euro l’anno nelle casse dello Stato. Il progetto di legge prevede un prelievo automatico dello 0,15 per cento su tutti i conti-titoli (non i conti correnti, ma quelli sui quali sono appoggiati i titoli di investimento) di persone fisiche e giuridiche il cui valore supera il milione di euro. Si aspetta ora il pronunciamento del Consiglio di Stato (organo consultivo in materia legislativa per il potere esecutivo belga). Il premier ha spiegato che “di fonte ai grandi sacrifici che ha fatto una larga parte della popolazione, a partire dal personale coinvolto direttamente nella gestione della crisi, è giusto chiedere un piccolo sforzo economico a chi ha le spalle più e può permettersi di farlo”.
Sul fronte spagnolo, il governo del primo ministro socialista Pedro Sanchez sta lavorando a una legge di bilancio per il 2021 definita “eccezionale per la situazione e per la quantità di investimenti pubblici coinvolti (quasi 240 miliardi, ndr)”. L’imposta di solidarietà spagnola, che dovrà essere ora approvata in Parlamento, riguarderà circa 17mila contribuenti che pagano oltre 200 mila euro di imposte. Con questa misura il governo si pone tre obiettivi principali, ha spiegato Sanchez: “Ricostruire ciò che la crisi ci ha tolto a causa della pandemia, modernizzare il nostro modello produttivo e sostenere lo Stato sociale”.