Roma – L’Italia prosegue il suo impegno per la riforma del MES. Bisogna “distinguere” questo passaggio dal suo utilizzo, compreso quello della linea di credito sanitario. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a poche ore dall’Eurogruppo sgombra il campo dai dubbi su ciò che farà l’Italia “proseguendo l’azione in un negoziato che finora ha portato a miglioramenti significativi per il Paese”.
Il tema del Meccanismo europeo di stabilità, ovvero il salvagente per le crisi finanziarie europee, resta caldissimo, specie nel momento in cui si avvicinano le scadenze, del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre e della firma conclusiva prevista per il 27 gennaio del 2021. In qualsiasi caso “il Parlamento sarà sempre sovrano come prevede la nostra Costituzione come sempre accade” dice il ministro che respinge le accuse partite dalle opposizioni della di non avere un mandato a firmare.
Davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato è un fuoco di fila di richieste di chiarimento sui meccanismi che regolano il nuovo trattato piuttosto complessi, che sono stati migliorati rispetto al testo attuale. Schema “negoziato dal governo di centrodestra nel 2011”, ricorda Piero De Luca del PD che oggi viene riformato “con notevoli vantaggi per l’Italia” spiega Gualtieri, assicurando poi che “sui mercati l’impatto di un accordo sarà positivo mentre sarebbe molto negativo se fosse bloccato da un veto dell’Italia”. Una posizione “in linea con le indicazioni del Parlamento” e perciò “mi presento all’Eurogruppo forte di un chiaro obbligo dovere politico e istituzionale, di difendere gli interessi dell’Italia e concorrere ad un accordo positivo”.
In più di un’occasione il dibattito è virato sull’utilizzo del Mes sanitario, con una parte delle opposizioni (Forza Italia, Più Europa e Italia Viva) che insistono nella richiesta di accedere alla linea di credito appositamente creata per la crisi sanitaria. Ma questo non ha niente a che vedere con ciò che dovrà esaminare la riunione dei ministri delle finanze dell’eurozona che dopo due anni di trattativa dovrà mettere a punto gli ultimi dettagli. Restano comunque contrari Fratelli d’Italia e la Lega che, nonostante le rassicurazioni, insistono sul pericolo di automatismi sulla ristrutturazione del debito e su una riforma che “conviene solo alle banche francesi e tedesche”.
Ipotesi fermamente respinte da Gualtieri, giudicando alcuni aspetti delle critiche “risibili e fuori luogo” perché contraddette dalla realtà. Un trattato che viste le condizionalità “era inutilizzabile per l’Italia e ora con la pandemia tutti i Paesi sono nella lista dei cattivi”, critica Alberto Bagnai della Lega. Più sfumata la posizione del Movimento 5 Stelle che ribadisce in ogni intervento il suo no al Mes sanitario ma con Vito Crimi dà un sostanziale via libera alla riforma in discussione a Bruxelles. “Non impediremo l’approvazione delle modifiche al trattato, rispetto alle quali pure non mancano i rilievi, così da consentire ad altri paesi l’eventuale ricorso allo strumento” ha detto il capo politico del M5S.
Il ministro dell’Economia ha replicato anche alle diverse sollecitazioni sulla trattativa da proseguire con “la logica a pacchetto”, ovvero con gli altri passi da compiere per rafforzare l’Unione bancaria. Ci sarà dunque l’accordo sull’introduzione anticipata della rete di sicurezza del Fondo di risoluzione (cosiddetto backstop) e sulla valutazione dei rischi bancari.
Su questo capitolo, Gualtieri ha infine confermato il suo impegno per l’introduzione dell’assicurazione sui depositi (EDIS) e un riferimento specifico per una valutazione ponderata degli asset di livello 2 e 3, ovvero l’esposizione a derivati e prodotti finanziari complessi nel bilancio delle banche.