Bruxelles – Si apre con una battuta – ma che è uno scherzo fino a un certo punto – la questione della celebrazione delle festività natalizie nei Paesi dell’UE durante la seconda ondata di Coronavirus. “Possiamo dare la sicurezza che Babbo Natale arriverà a portare i regali a tutti, nonostante le difficoltà dei movimenti transfrontalieri”, si è sbilanciato il vicepresidente per la Promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas. “Ne abbiamo parlato con i leader religiosi e abbiamo deciso che i bambini europei devono avere la sicurezza che amore e speranza non verranno mai a mancare nell’UE”. È uno scherzo fino a un certo punto, dicevamo, perché al termine dell’incontro annuale di alto livello tra i leader religiosi e la Commissione, il vicepresidente ha puntualizzato che “la prossima settimana la Commissione presenterà un orientamento per trovare una soluzione coordinata sul periodo natalizio“.
La linea sarà delineata dopo il nuovo meeting dei leader religiosi in programma proprio all’inizio del mese di dicembre: “I leader hanno parlato delle festività natalizie nell’ultima videochiamata e ne discuteranno di nuovo. Permetteremo loro di avere una comprensione comune”, ha specificato Schinas. “Nelle settimane a venire non dobbiamo danneggiare i risultati raggiunti. La questione è nelle mani dei nostri Stati membri, ma la dimensione del senso di dovere è europea”. Una prospettiva sposata da tutti i leader religiosi (in particolare quelli di fede cristiana) intervenuti alla riunione con Commissione e Parlamento UE: “Il Natale incarna molti dei valori europei, ma dobbiamo fare attenzione a non aggravare la situazione del contagio”.
Valori europei al centro dell’incontro
A proposito di valori europei, uno dei temi di maggiore confronto durante il primo incontro delle guide spirituali europee con la Commissione von der Leyen e la vicepresidente del Parlamento UE, Roberta Metsola, ha riguardato la salvaguardia dello stile di vita europeo, minacciato da pandemia di Covid-19, attacchi terroristici e crisi migratoria. “Concordiamo che l’ammirabile esempio di solidarietà in questi tempi difficili non possa limitarsi alla risposta a una crisi sanitaria, ma che debba diventare parte integrante della nostra politica futura”, ha commentato Schinas, “anche grazie a un maggiore coinvolgimento di organizzazioni e comunità religiose”. Gli ha fatto eco Metsola: “Il dialogo ha dimostrato che le sfide sono condivise da tutti. Non solo quelle legate alla pandemia, ma anche quelle poste dalle migrazioni, nei nostri Paesi e in quelli vicini”.
“L’Unione Europea deve lavorare per il bene comune dentro e fuori i suoi confini e difendere le vite umane. Nel Mediterraneo, l’Europa perde la sua anima“, ha avvertito il cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo del Lussemburgo e presidente del Consiglio delle Conferenze dei vescovi d’Europa. Concetto rafforzato dal vescovo luterano di Baviera e presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, Heinrich Bedford-Strohm: “Noi europei perdiamo il nostro spirito se continuiamo a guardare inerti uomini, donne e bambini affogare nel Mediterraneo. Per questo sosteniamo le operazioni di salvataggio di queste vite“. Per la reverenda della Chiesa luterana di Finlandia, Satu Saarinen, “le comunità religiose hanno grandi valori da portare per rafforzare lo spirito europeo: fede, amore e speranza, su cui fondare il rispetto della democrazia e della dignità umanità”.
Sulla questione della salvaguardia dei principi su cui si fonda l’Unione Europea, il metropolita ortodosso Athenagoras di Belgio, Olanda e Lussemburgo, Yves Peckstadt, ha insistito sul fatto che “l’educazione può giocare un ruolo importante per sconfiggere il radicalismo che porta agli attentati terroristici”. Mentre il segretario generale del Consiglio centrale dei musulmani in Germania, Abdessamad El Yazidi, ha sottolineato il fatto che “questa crisi ha mostrato il meglio ma anche il peggio di noi europei: abbiamo visto una crescita del razzismo e degli attacchi antisemiti e anti-musulmani”. Ma se “il tentativo dei razzisti e terroristi è quello di dividere le nostre comunità, noi risponderemo rafforzando l’unità e i valori europei“. A margine di questo impegno mostrato dai leader di tutte le religioni nell’Unione Europea, il vicepresidente della Commissione ha affermato che è necessario rafforzare il dialogo, soprattutto sul tema delle migrazioni: “Siamo qui per fede, amore e speranza. L’Europa non può permettersi di perdere nessuno di questi concetti”, ha concluso. Non solo per quanto riguarda il Natale, ma anche e soprattutto durante tutto il resto dell’anno.