Bruxelles – Si scrive Eurogruppo, si legge Meccanismo europeo di stabilità. Nel grande calderone della riunione dei ministri economici di lunedì (30 novembre) ci sono tanti temi, ma nessuno così veramente ‘caldo’ come quello del fondo salva-Stati. Ci sono ben sette punti all’ordine del giorno, incluso il dibattito sulle leggi di bilancio. Ma qui non si entrerà nel vivo, tutto è rimandato al meeting del 16 dicembre. Allora il piatto forte diventa l’ESM (o MES, in italiano).
“Ci aspettiamo qui la discussione principale”, confidano gli addetti ai lavori. Il motivo è che con lunedì dovrebbe arrivare il tanto attesa via libera alla riforma del trattato che regola lo speciale strumento, che invece tanto fa discutere in Italia. Le opposizioni sul tema sono sempre sul piede di guerra, e condizionano il dibattito politico italiano. Qualunque sia l’orientamento del governo, Giuseppe Conte appare irrimediabilmente solo. “E’ stato raggiunto un accordo di principio a dicembre 2019, e riaprirlo non è previsto”, confidano a Bruxelles. E’ tempo di andare avanti. Anche perché “l’Italia ha assunto degli impegni, e non abbiamo motivo di credere che non saprà tener loro fede”. Un modo elegante per non entrare nel merito di discussioni italo-italiane, pur mettendo pressione e richiamando all’ordine.
L’ESM, secondo le intenzioni del co-legislatore europeo, dovrebbe avere un ruolo sempre più centrale nella prevenzione e nella gestione delle crisi, e nel garantire la sostenibilità del debito. Per questo in Italia l’organismo fa paura: si teme un commissariamento in stile Grecia per un Paese il cui debito è secondo proprio alla stessa repubblica ellenica. Proprio l’Italia è stata tra i fattori di ritardo nella conclusione dell’accordo di principio raggiunto un anno fa.
A Bruxelles si dicono ottimisti e possibilisti. “L’obiettivo è raggiungere un accordo sulla riforma e sull’introduzione anticipata del backstop per il Fondo di risoluzione unico”, vale a dire la possibilità di ricorrere alla liquidità del Fondo salva-Stati per ristrutturale le banche in difficoltà e da ristrutturare. C’è “ottimismo” circa la possibilità che l’Eurogruppo possa raggiungere un accordo positivo. In caso, si darebbe l’approvazione formale l’11 dicembre, in occasione dell’Eurosummit (l’Eurogruppo a livello di capi di Stato e di governo), la firma a gennaio, così da procedere alle ratifiche dei parlamenti nazionali e avere le nuove regole a partire dal 2022. Italia permettendo.