Bruxelles – Profonda preoccupazione per la libertà dei media In Ue e per gli abusi e attacchi che continuano a essere perpetrati ai danni di giornalisti in alcuni Stati membri a causa del loro lavoro. È quanto esprime il Parlamento europeo in una risoluzione non legislativa approvata ieri (25 novembre) con 553 voti favorevoli, 54 contrari e 89 astensioni, in cui la plenaria ha “condannato i tentativi dei governi di alcuni Paesi UE di ridurre al silenzio i media critici e indipendenti e di compromettere la libertà e il pluralismo dei media“. I deputati si dicono particolarmente preoccupati per lo stato dei media del servizio pubblico in alcuni Paesi, dove questi sono diventati “un esempio di propaganda filogovernativa” e hanno ribadito la richiesta di un piano d’azione dell’UE ambizioso in materia di media.
Appello alla Commissione per monitorare come i fondi europei vengono stanziati per sostenere la libertà e l’indipendenza dei media ma soprattutto chiedono che le risorse di Bruxelles non siano spese “per i media controllati dallo Stato che diffondono propaganda politica”. Libertà, pluralismo e indipendenza dei media “sono elementi fondamentali del diritto alla libertà di espressione e di informazione e sono essenziali per il funzionamento democratico” di qualunque ordinamento giuridico. Nel testo si sottolinea che la libertà dei media “ha subito un deterioramento negli ultimi anni”, ma ancora di più il deterioramento è stato aggravato dalla pandemia da Covid-19, che al tempo stesso ha anche evidenziato l’importanza di avere una informazione affidabile.
Il Parlamento si scaglia contro l’eccessiva concentrazione nelle mani di pochi della proprietà dei media che mina il concetto di pluralismo dell’informazione, che è alla base non solo del giornalismo indipendente ma soprattutto è fondamentale per “contrastare la diffusione della disinformazione e per garantire che i cittadini dell’UE siano ben informati”. In maniera inedita, nel testo della risoluzione si propone la creazione di un Fondo europeo permanente per i giornalisti nel quadro del prossimo Bilancio Ue a lungo termine (2021-2027), per offrire un sostegno finanziario diretto ai giornalisti e agli organi di informazione indipendenti, così come anche ai freelance e ai lavoratori autonomi. “Nel prossimo quadro finanziario dovrebbero esserci più stanziamenti di bilancio destinati al sostegno dei media e del giornalismo indipendente, in particolare il giornalismo investigativo”, di cui si riconosce l’importanza.
Focus anche su come contrastare l’incitamento all’odio online, contro il quale i deputati chiedono una modifica del quadro giuridico attuale e una maggiore collaborazione tra le piattaforme online e le autorità di contrasto. Riconoscono “l’impatto, promettente e necessario, anche se ancora insufficiente, delle azioni volontarie” adottate dalle piattaforme online per contrastare la disinformazione e i contenuti che sono considerati illeciti. Rimane però molto da fare, e soprattutto si sottolinea che le piattaforme “non devono diventare organi di censura privati” e dunque la rimozione dei contenuti illegali dovrebbe essere attentamente vigilata.
Strappo 5 Stelle-Lega
Tra le delegazioni italiane, ad astenersi sulla risoluzione gli eurodeputati di Fratelli d’Italia nel gruppo ECR e della Lega nel gruppo di Identità e Democrazia. Movimento 5 Stelle, Partito democratico e Italia Viva hanno votato a favore. “Lega e Fratelli d’Italia ancora una volta si inginocchiano davanti ai satrapi sovranisti Orban e Kaczynski e non votano la risoluzione del Parlamento europeo che difende la libertà di stampa minacciata in Ungheria e Polonia e in molte parti d’Europa”, il commento di Sabrina Pignedoli del Movimento 5 stelle, che definisce l’astensione dei due gruppi italiani “ingiustificabile”.
Non si fa attendere la replica della delegazione leghista, affidata ad Annalisa Tardino, coordinatrice del gruppo ID in commissione Libertà civili. “Nessuna lezione sulla libertà di stampa da una forza politica che fin dalla sua nascita ha insultato e maltrattato giornalisti con il benestare di Beppe Grillo”. I 5 Stelle, prosegue, “sono arrivati persino a richiedere di segnalare le testate che scrivevano contro di loro e addirittura causando richiami dal Consiglio d’Europa per le sfortunate affermazioni di Luigi Di Maio, per il suo ‘linguaggio insultante contro giornalisti italiani’ e la richiesta di ‘nuove restrizioni legali sugli editori’”. Quanto al merito del provvedimento, spiega, “la Lega sostiene la libertà di stampa e condanna senza se e senza ma tutte le forme di violenza, purtroppo il Parlamento Europeo, ha perso l’ennesima occasione di incidere in maniera concreta sul tema, con un testo farcito di propaganda”.