Bruxelles – Accesso ai medicinali a prezzi bassi, sostegno all’innovazione e alla sostenibilità dell’industria farmaceutica europea, rafforzamento della risposta alle emergenze. Questi gli obiettivi della strategia farmaceutica per l’Europa adottata oggi (25 novembre) dalla Commissione europea, un nuovo pilastro per la costruzione dell’Unione europea più forte e presente in materia di sanità che prevede nel secondo semestre 2021 anche l’introduzione di un’autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).
La strategia non nasce in realtà come risposta alla pandemia da Covid-19 o in generale alle emergenze sanitarie, ma è piuttosto una sua conseguenza indiretta. Scaturisce dunque dalla presa consapevolezza delle istituzioni europee di dover rafforzare l’industria farmaceutica europea che conta 800mila posti di lavoro in Europa e che durante la fase acuta della pandemia, la scorsa primavera, si è riscoperta impreparata ad affrontarla e scarsamente autosufficiente dal punto di vista della produzione di medicinali, che dipende in gran parte da paesi extra-Ue per la produzione di materie prime farmaceutiche. Occorre dunque potenziare anche il sostegno finanziario alla ricerca e all’innovazione, in particolare attraverso i programmi Horizon 2020 e EU4Health, ovvero il programma tutto destinato a rafforzare la sanità in Europa. Secondo le stime dell’Esecutivo, ogni anno in Ue vengono autorizzati all’immissione in commercio 60 nuovi farmaci. Bisogna fare di più per renderli accessibili a tutti.
La strategia punta quindi a permettere all’UE di soddisfare il suo fabbisogno di farmaci anche in tempi di crisi, grazie a catene di approvvigionamento più solide di quelle attuali. Per la Commissione serve anche maggiore cooperazione a livello UE in materia di prezzi e rimborsi e dei medicinali. Questo per garantire quanto più possibile l’accesso alle cure, che sempre più dipende dalla disponibilità di farmaci a prezzi accessibili. La Commissione prevede entro il 2022 la modifica dell’attuale legislazione farmaceutica in Ue per adeguarla alle esigenze future e favorire l’innovazione ed entro il 2021 la creazione di una solida infrastruttura digitale, compresa una proposta per uno spazio europeo dei dati sanitari.
Se la crisi da Coronavirus non è al centro della strategia, di sicuro ha messo in evidenza che è “di vitale importanza rafforzare i nostri sistemi sanitari e sostenere l’innovazione in Ue”, commenta la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che nel suo primo Discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato a settembre di fronte all’Eurocamera ha reso chiaro il suo impegno nei mesi a venire per rafforzare le competenze dell’Unione in materia di sanità, che oggi sono per lo più nelle mani degli Stati membri.
The #COVID19 crisis shows us how vital it is to strengthen our health systems & support innovation in Europe.
Today we present a new Pharmaceutical Strategy.
It will make sure we continue to benefit from safe, effective, high quality medicines, available at an affordable price. https://t.co/5nMoCkSgw3
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) November 25, 2020
“Oggi lanciamo il lavoro per garantire che medicinali sicuri ed efficaci siano accessibili e convenienti in ogni momento e per tutti i pazienti in tutta l’Ue”, ha dichiarato la commissaria alla Salute Stella Kyriakides. “Con la nostra strategia farmaceutica per l’Europa, stiamo mantenendo il nostro impegno a creare un ambiente farmaceutico a prova di futuro e incentrato sul paziente, in cui l’industria dell’Ue possa innovare, prosperare e continuare a essere un leader globale”.
La proposta della Commissione “è antropocentrica”, vuole sottolineare il vicepresidente esecutivo, Margaritis Schinas parlando in conferenza stampa. “Stiamo rispondendo concretamente a ciò di cui i pazienti hanno bisogno, ovvero un reale accesso ai farmaci a prezzi accessibili”. L’Ue, sottolinea ancora il commissario, è alla ricerca del giusto equilibrio “tra i pazienti e le esigenze dell’industria” farmaceutica europea. Ma soprattutto affronta uno dei principali insegnamenti tratti dalla pandemia: “ovvero la necessità di costruire un’autonomia strategica aperta”, aggiunge Schinas. Autonomia strategica che significa nei fatti meno dipendenza dell’Ue dagli altri attori globali, anche in campo della sanità.