Bruxelles – Aumentare di cinque volte la capacità eolica offshore dell’Unione europea al 2030 e di venticinque entro il 2050. Questo uno degli obiettivi cardine della strategia per le energie rinnovabili offshore dell’Unione europea, presentata oggi (19 novembre) dall’Esecutivo comunitario. Un nuovo tassello per l’ambizione dell’Ue di diventare la prima potenza economica climaticamente neutra entro il 2050, che punta a portare l’attuale livello di capacità eolica offshore (con pale costruite in mezzo all’acqua e non sulla terra) dagli attuali 12 gigawatt ad almeno 60 GW entro dieci anni e a 300 Gigawatt entro la metà del secolo.
A questa capacità, la Commissione punta ad aggiungere entro il 2050 ulteriori 40 GW provenienti da energia oceanica (proveniente dai moti delle acque) e da altre tecnologie emergenti, come l’eolico e il fotovoltaico galleggianti (ovvero strutture eoliche e fotovoltaiche montate su una piattaforma galleggiante in mezzo all’acqua). Prende forma la strategia dell’Esecutivo europeo per sfruttare il potenziale energetico rinnovabile offshore, dunque in linea con l’obiettivo di potenziare l’uso di rinnovabili nel mix energetico dell’UE e sfruttando al massimo lo spazio marittimo, tra cui si citano il Mare del Nord o il Mar Baltico ma anche Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico che secondo la Commissione hanno tutti un forte potenziale per una maggiore diffusione delle turbine eoliche e delle tecnologie rinnovabili oceaniche. La Commissione stima che da oggi fino al 2050 saranno necessari investimenti per quasi 800 miliardi di euro.
Servirà soprattutto stimolare gli investimenti privati. Il vicepresidente esecutivo per il Green Deal, Frans Timmermans, presentando in conferenza stampa ha sottolineato l’opportunità per gli Stati membri di utilizzare i fondi dello strumento temporaneo di ripresa, Next Generation EU per investire in energie rinnovabili offshore e in tutte le infrastrutture che ne derivano. “Per garantire questo finanziamento, è fondamentale che gli Stati membri lavorino per sviluppare una riserva di progetti maturi, in stretta collaborazione con le aziende pronte a investire – e ce ne sono molte”, ha detto. Anche per la commissaria all’Energia, Kadri Simson, la strategia presentata oggi delinea una “direzione chiara e un quadro stabile” che saranno fondamentali “per le autorità pubbliche, gli investitori e gli sviluppatori del settore” per stimolare più investimenti nel settore.
Aumentare la capacità dell’Unione significa rendere più semplice la costruzione di parchi eolici offshore su larga scala, ma sfruttare anche il potenziale di altre fonti rinnovabili come l’energia solare offshore, nonché nuove opportunità di energia delle maree e degli oceani. La strategia si sofferma in particolare sull’eolico, che ha “un potenziale enorme, soprattutto in Francia”, commenta Damien Carême, eurodeputato dei Verdi. “Lo spiegamento di turbine eoliche in mare rappresenta un’opportunità considerevole ed essenziale se vogliamo raggiungere la neutralità climatica”. Le risorse dei piani di ripresa nazionali “devono poter contribuire a questo obiettivo strategico”.
Soddisfatto anche il network che raccoglie diverse ong ambientaliste Climate Action Network (CAN) Europe ha apprezzato l’ambizione della Commissione di aumentare la quota di energie energie rinnovabili offshore. “È possibile ottenere un aumento sostanziale dell’energia eolica offshore, preservando al contempo i nostri mari e oceani e rispettando l’ecosistema marino”, hanno scritto in una nota. L’aumento dell’energia rinnovabile offshore è una parte importante di questo viaggio dell’Unione verso una economia a zero emissioni “e gli Stati membri dell’UE devono aumentare in modo significativo la diffusione dell’energia rinnovabile sostenibile offshore”, ha detto il direttore di CAN Europe, Wendel Trio.