Bruxelles – L’Unione Europea è e sarà sempre la casa di tutti, e non ci sarà posto per discriminazioni e intolleranza. Questo è il fulcro della Strategia UE per l’uguaglianza LGBTIQ 2020-2025, presentata oggi (giovedì 12 novembre) dalla Commissione Europea: la prima nella storia dell’Unione, “un passo decisivo per costruire dalle fondamenta una società europea che permetta a tutti di sentirsi finalmente liberi e sicuri”, ha commentato alla presentazione del piano la commissaria UE per l’Uguaglianza, Helena Dalli. “La nostra è un’Unione in cui la diversità è celebrata perché porta ricchezza e per questo motivo dobbiamo sconfiggere le discriminazioni a tutti i livelli”.
Emozionata durante la descrizione della Strategia la vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová: “Ancora oggi, nell’Unione Europea, più del 50 per cento delle persone LGBTIQ ha paura dello stigma sociale che deriva solo ed esclusivamente dall’aprirsi per mostrare ciò che si è e ciò che si prova”. La vicepresidente ha poi spiegato perché proprio ora è necessario un cambio di passo: “Durante i lockdown dovuti alla pandemia di Coronavirus la situazione potrebbe essere peggiorata, perché in molti si sono trovati chiusi in ambienti ostili, aumentando ansia e depressione. Non possiamo più tollerarlo”. Anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha commentato su Twitter che “tutti dovrebbero essere liberi di essere chi sono, amare chi vogliono e vivere dove vogliono”, rivendicando che “questa strategia tanto necessaria ci aiuterà a diventare un’Unione dell’Uguaglianza e promuovere i diritti LGBTIQ all’estero”.
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La strategia della Commissione
Passando ai contenuti, la Strategia per i prossimi cinque anni si articolerà in quattro punti di azione. Prima di tutto, lotta alla discriminazione attraverso la protezione giuridica e la valutazione del settore occupazionale. “La Commissione sarà attenta al rispetto delle politiche d’inclusione ed entro il 2022 pubblicherà una relazione sull’applicazione della direttiva sull’uguaglianza in materia di occupazione”, ha specificato Dalli. Il secondo punto mira a garantire la sicurezza contro l’odio online e offline: “Nel 2021 metteremo sul tavolo una proposta per estendere l’elenco dei crimini UE, includendo l’omofobia e l’incitamento all’odio”, ha anticipato la vicepresidente Jourová. “Sulle piattaforme online la discriminazione LGBTIQ riguarda circa un terzo di tutte le forme di hate speech“, ha specificato. Terzo punto, la protezione dei diritti delle famiglie arcobaleno. La commissaria Dalli ha annunciato che la Commissione presenterà presto un’iniziativa legislativa sul “riconoscimento reciproco della genitorialità” ed esplorerà “possibili misure per sostenere il riconoscimento del partenariato tra persone dello stesso sesso tra Stati membri”. Quest’ultimo è considerato un aspetto fondamentale, perché “a causa delle differenze nelle legislazioni nazionali, i legami familiari delle famiglie arcobaleno spesso non sono riconosciuti quando si attraversano i confini interni dell’Unione”.
Ultimo punto: si dovrà fare sì che l’Unione Europea diventi faro nel mondo per la difesa dell’eguaglianza LGBTIQ. “La Commissione farà pieno uso di tutti gli strumenti che serviranno per mettere in pratica il rispetto di questa Strategia e per renderlo un fondamento anche nelle sue azioni delle istituzioni europee fuori dai confini UE”, ha commentato la commissaria per l’Uguaglianza. Ciò si realizzerà con l’implementazione dello Strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale (NDCI), dello Strumento di assistenza preadesione (IPA) e del Fondo asilo e migrazione (FAMI), per integrare questa nuova Strategia in tutte le politiche dell’Unione. Gli Stati membri sono ora incoraggiati a sviluppare i propri piani nazionali d’azione sull’uguaglianza LGBTIQ, nelle proprie aree di competenza.
A margine della presentazione, le due componenti della Commissione von der Leyen hanno preso una netta posizione nei confronti dei due Paesi membri in cui i diritti LGBTIQ – o le politiche UE a riguardo – vengono presi di mira: Ungheria e Polonia. “Non tollero più questa storia di un’ideologia imposta dai Paesi occidentali ai danni degli altri”, ha attaccato con veemenza la vicepresidente Jourová. “Non è ideologia, è rispetto dell’identità delle persone e dei diritti umani all’interno dell’UE“. Ancora più esplicita la commissaria Dalli: “Non c’è posto per pratiche liberticide. Le cosiddette “zone libere” in Polonia non sono zone libere da persone LGBTIQ, ma ‘libere’ dal senso di umanità”. È per questo che, come dimostrato dall’intesa tra Parlamento e Consiglio riguardo alle condizionalità sul rispetto dello Stato di diritto per l’erogazione dei fondi del bilancio pluriennale 2021-2027 e il Recovery Fund, “l’Unione Europea non ha intenzione di finanziare progetti laddove viene violato un diritto fondante dell’UE”, ha concluso Dalli.
Le reazioni degli eurodeputatati italiani
Accolta con grande entusiasmo dagli europarlamentari italiani la nuova Strategia della Commissione. “Combattere le discriminazioni, garantire la sicurezza, proteggere i diritti delle famiglie arcobaleno, sostenere l’uguaglianza LGBTIQ nel mondo. Questa è l’Europa che vogliamo”, ha commentato su Twitter Sandro Gozi (Renew Europe), membro dell’intergruppo per i diritti LGBTIQ al Parlamento Europeo. Il vicepresidente dello stesso intergruppo, Fabio Massimo Castaldo (Movimento 5 Stelle), ha dichiarato che “la prima LGBTIQ Equality Strategy in assoluto va accolta con grande favore, anche perché giunge in un momento particolarmente critico”. Sottolineando che “ogni Paese può e deve fare la sua parte”, l’europarlamentare italiano ha voluto ricordare che l’Italia si sta muovendo proprio in questo senso: “La Camera dei Deputati ha recentemente approvato il testo della legge Zan sull’omontransfobia”, che “introduce nuovi reati, istituisce la giornata nazionale contro la discriminazione e stabilisce la creazione dei centri di tutela per le vittime”.
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