Bruxelles – Salute, clima, digitale, riforma del sistema multilaterale. L’elezione di Joe Biden alla Casa Bianca ha scandito il tempo per una nuova agenda transatlantica e una nuova cooperazione tra Usa e Ue su temi che l’Unione considera prioritari. Lo sostiene Ursula von der Leyen che “tende la mano” alla nuova amministrazione statunitense nel suo intervento virtuale alla Conferenza degli ambasciatori dell’Ue (10 novembre). “È giunto il momento di una nuova agenda transatlantica adatta al mondo di oggi”, sintetizza la presidente della Commissione europea. E questa volta è compito dell’Europa prendere l’iniziativa, “con l’offerta di lavorare insieme alla nuova amministrazione in settori che possono rafforzare i nostri partenariati bilaterali e multilaterali”.
Un nuovo inizio, quindi, senza però la pretesa di poter tornare indietro e cancellare gli ultimi quattro anni di amministrazione Trump. “Credo che le divergenze possano sempre essere colmate, che le ferite possano guarire”, insiste la presidente. Ma alcuni cambiamenti nelle priorità sono “molto più profondi di un politico o di un’amministrazione e non scompariranno dopo una sola elezione”. La storica alleanza tra Ue e Usa si basa però su valori e segmenti di storia condivisi. Questi obiettivi sono durevoli, ma nel quadro di un mondo in evoluzione è tempo di aggiornare anche i rapporti tra le due potenze.
Il mondo digitale è una delle aree in cui l’Europa cerca la collaborazione con gli Stati Uniti per stabilire regole comuni per una economia globale digitale, che coprano “dall’incitamento all’odio sulle piattaforme online e la propaganda illegale, la concorrenza e la protezione dei dati”. Uno dei nodi che stanno più a cuore a Bruxelles è la tassazione equa per i grandi giganti del digitale, sui quali la tedesca spinge e spera in un consenso non solo degli Stati Uniti ma più in generale globale. “Non è possibile che i giganti del commercio traggano enormi benefici dal nostro mercato unico, ma non paghino le tasse dove dovrebbero”, ha detto, fissando la scadenza per la metà del 2021.
Sul fronte climatico, l’ambizione dell’Unione europea è ben nota. “Vogliamo essere il primo continente climaticamente neutro al 2050 e spero che a dicembre il Consiglio Ue approvi la nostra richiesta di portare a -55 per cento il taglio di emissioni di gas a effetto serra entro il 2030″. In questo l’Ue non è sola. Cina, Giappone, Sud Africa e anche Sud Corea hanno già aggiornato i loro obiettivi climatici a lungo termine, ma l’Unione si aspetta che gli Stati Uniti, la seconda economia più inquinante dopo la Cina, sotto Biden facciano un passo indietro sul disimpegno climatico a lungo conclamato da Trump. L’Ue spera che Biden tenga fede alla promessa di rientrare subito negli impegni sottoscritti nell’accordo sul clima di Parigi, appena si sarà insediato alla Casa Bianca.
D’accordo con la presidente sul rilancio della partnership transatlantica anche il capo del Consiglio europeo, Charles Michel. “Saremo sempre determinati a trovare un terreno comune come partner alla pari, tenendo presenti i nostri interessi sulla scena globale”. Tanto d’accordo che fonti di Bruxelles fanno sapere che in vista del Vertice europeo di dicembre, Michel organizzerà alcuni incontri in videoconferenza con gli omologhi europei proprio per discutere del rilancio delle relazioni transatlantiche. L’obiettivo è quello di invitare Biden a una videoconferenza alla quale farà seguito in una fase successiva un vero e proprio vertice a Bruxelles. L’obiettivo, spiegano le fonti, è quello di rafforzare il dialogo politico e il presidente intende focalizzare la discussione su 5 temi chiave di comune interesse: Covid-19, i valori e multilateralismo, il clima, il commercio, la sicurezza e gli interessi geopolitici che le due potenze hanno in comune.
L’ex premier belga insiste ancora sul concetto di maggiore autonomia strategica, di cui l’Ue dovrebbe dotarsi, che significa dunque meno dipendenza dalle altre potenze globali. Autonomia strategica per Michel non significa solo dipendenza economica, ma tocca almeno tre aree: il potere democratico, quello economico e normativo e, infine, più autosufficienza nella sicurezza e nella difesa. Nel suo intervento alla Conferenza degli ambasciatori Ue, il capo del Consiglio europeo pone l’accento quindi sul ruolo del Continente nel raccogliere fondi internazionali per finanziare la ricerca sui vaccini per combattere la pandemia in atto. Lancia l’idea di un trattato internazionale sulle pandemie per “apprendere lezioni preziose e rafforzare la resilienza globale”. Coordinare un approccio europeo in materia di salute sarà al centro del Global Health Summit, che si terrà nel 2021 convocato nell’ambito della Presidenza italiana del G20.