Roma – SURE è il primo programma di aiuti a partire per affrontare la crisi economica del Coronavirus. Se sarà efficace potrebbe diventare uno strumento non più temporaneo di welfare europeo. “Una storia di successo” ha detto il commissario per gli Affari economici Paolo Gentiloni, sottolineando l’intervento tempestivo della Commissione a favore dei lavoratori europei.
“Con il commissario al Lavoro e diritti sociali Nicolas Schmit abbiamo bruciato i tempi” e SURE è stato il primo a entrare in funzione del pacchetto Recovery”. Già accolto da 17 Paesi e per un totale di risorse di quasi 88 miliardi di euro, la lista dei maggiori beneficiari è guidata dall’Italia, seguita da Spagna, Polonia, Belgio Romania e Portogallo.
Anche la prima emissione dei social bond per finanziare il programma ne ha garantito il successo con una raccolta da 17 miliardi di euro, accolta molto bene dai mercati finanziari.
Il tema è stato al centro di un confronto in un seminario digitale dell’Ufficio italiano del Parlamento europeo a cui hanno preso parte esponenti del governo, europarlamentari e sindacalisti. Andare oltre l’emergenza, per questo “è necessario avviare una riforma degli ammortizzatori sociali”, spingere sulla formazione e andare verso “uno strumento di protezione sociale universale” ha detto la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, che ha ricordato come l’esecutivo abbia da subito dato supporto a lavoratori e imprese estendendo anche le tutele a tutti i dipendenti.
“SURE consentirà risparmi per interessi per circa 5,5 miliardi” ha spiegato il vice ministro dell’Economia Antonio Misiani, pure lui favorevole a un sistema di tipo universalistico. Senza gli interventi del governo l’impatto della crisi non sarebbe stato socialmente sostenibile, basti solo pensare al finanziamento delle ore di cassa integrazione passate da 200 milioni a oltre 3 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2019.
“Un Europa che finalmente si è dimostrata solidale” è il giudizio del vicepresidente di Forza Italia ed eurodeputato Antonio Tajani secondo cui “SURE è utilissimo anche per artigiani e professionisti”. Il confronto sulla necessità di andare oltre l’emergenza Coronavirus è l’occasione per spingere sul debito comune europeo nonché la fiscalità. A sollevare il tema l’eurodeputato del PD Brando Benifei che ricorda anche la proposta del Parlamento relativa alle ‘risorse proprie’ del bilancio comunitario.
A spingere per uno strumento di protezione sociale non temporaneo ma strutturale, anche il segretario generale della CGIL Maurizio Landini che sottolinea l’importanza della formazione e della riqualificazione, “un nuovo diritto dei cittadini europei”. Per andare oltre l’emergenza “va superato e abolito il patto di stabilità, non basta sospenderlo” dicono il segretario generale della UIL Pierpaolo Bombardieri e Daniela Rondinelli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, mentre la Lega non crede all’utilità di SURE: “non è una misura emergenziale ma una pezza” dice Elena Lizzi, e “la crisi dell’occupazione resterà finché non si affronta il dumping salariale”.