Bruxelles – Più obblighi e maggiori poteri per l’UE. Il Parlamento europeo decide le sorti delle politiche per la salute, finora appannaggio degli Stati membri ma oggetto di ripensamenti che potrebbero riscrivere la ripartizioni delle competenze. Gli emendamenti al programma d’azione dell’Unione nel campo della salute che l’Aula è chiamata a votare questa settimana prevedono importanti modifiche al testo originale della Commissione UE.
La prima di queste correzioni introdotta dalla commissione Ambiente e Salute pubblica quale risposta alla pandemia di Coronavirus è all’insegna di più Europa. “La gravità della crisi dimostra l’importanza dell’azione dell’Unione”, la premessa all’emendamento che chiede, “in generale, di rafforzare le azioni dell’Unione a integrazione delle politiche nazionali nel campo della sanità pubblica“. Allo stesso tempo, “data la loro responsabilità per la fornitura di assistenza sanitaria, gli Stati membri dovrebbero eseguire stress test sui loro sistemi sanitari per identificare i punti deboli e verificare che siano preparati per una possibile futura crisi sanitaria”.
Ancora, si chiede un maggiore ruolo dell’UE per “sostenere gli Stati membri nella riduzione delle disuguaglianze sanitarie e nel conseguire una copertura sanitaria universale“, compresa la fornitura di servizi per la salute sessuale e riproduttiva. Si tratta di una richiesta completamente nuova. Non si tratta di una motiva al piano della Commissione, a cui è stata aggiunto un elemento extra. Obbligo di copertura sanitaria universale per tutti era un obiettivo non previsto nella proposta della Commissione, emendata in tal senso.
Altro elemento di completa novità rispetto al piano della Commissione, la richiesta di creazione di uno speciale ‘sportello per il pubblico’ anti-fake news. Si tratta di un portale di comunicazione per la condivisione di “informazioni convalidate”, programmi di prevenzione e avvisi per i consumatori. “Questo portale potrebbe essere utilizzato anche per promuovere, in collaborazione con il Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC), una forte copertura vaccinale a livello europeo”.
Altre proposte del Parlamento prevedono la possibilità, “in tempi di crisi e pandemie”, di somministrazione a domicilio di farmaci, la garanzia di accesso ai servizi sanitari e di prevenzione per pazienti cronici e a rischio, la richiesta di politiche che limitino la dipendenza dell’Unione dai Paesi terzi per la fornitura di materie prime chimiche e materie prime, principi attivi farmaceutici, medicinali, dispositivi medici e dispositivi di protezione individuale necessari nell’Unione durante le pandemie.
C’è poi la questione relativa agli effetti collaterali delle pandemia, vale a dire le ricadute psicologiche. Per questo la commissione Ambiente e Salute pubblica propone all’Aula di “promuovere azioni per combattere la depressione e il suicidio”, oltre ad “attuare cure integrative per la salute mentale”.
Gli emendamenti sottolineano poi il ruolo delle donne nella gestione delle pandemie. Si ricorda come il personale ospedaliero sia costituito principalmente da donne, e per loro si chiedono tutele specifiche. Così come si richiama l’attenzione sulla necessità di “esigenze sanitarie specifiche delle donne e delle ragazze da affrontare durante e dopo una crisi sanitaria”.