Bruxelles – Come annunciato durante la settimana, il Consiglio dell’UE ha aggiunto oggi 15 membri delle autorità bielorusse, tra cui il presidente considerato illegittimo Alexandr Lukashenko e suo figlio e consigliere per la sicurezza nazionale Viktor Lukashenko, all’elenco delle persone sanzionate “in relazione alla violenta repressione e intimidazione di manifestanti pacifici, membri dell’opposizione e giornalisti dopo la Elezioni presidenziali del 2020 in Bielorussia”.
Le misure restrittive, che ora si applicano a un totale di 59 persone, includono il divieto di viaggio nell’Unione e il congelamento dei beni. Inoltre, ai cittadini e alle società dell’UE è vietato mettere a disposizione fondi per i sanzionati.
La decisione odierna fa seguito alle conclusioni adottate dal Consiglio il 12 ottobre 2020 sulla risposta dell’UE agli sviluppi in Bielorussia, in cui il Consiglio aveva “fermamente condannato la violenza impiegata dalle autorità bielorusse contro manifestanti pacifici e ha dichiarato che l’UE è pronta ad adottare ulteriori misure restrittive misure contro entità e funzionari di alto rango, incluso Aleksandr Lukashenko”, spiega una nota.
Inoltre, il 24 settembre 2020, l’Alto rappresentante Josep Borrell aveva rilasciato una dichiarazione a nome dell’UE, nella quale affermava che la cosiddetta “inaugurazione” e il nuovo mandato rivendicato da Aleksandr Lukashenko erano “privi di legittimità democratica”, chiedendo alle autorità bielorusse di astenersi immediatamente da qualsiasi ulteriore repressione e violenza diretta contro il popolo bielorusso e la liberazione immediata e incondizionata di tutti i detenuti, compresi i prigionieri politici.
Gli atti giuridici pertinenti, compresi i nomi delle persone interessate, sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale.