Bruxelles – Crediti deteriorati, indietro tutta. La pandemia di Coronavirus con il suo contraccolpo economico-finanziario rende inevitabilmente più difficile per tutti far fronte alla restituzione dei prestiti bancari, e gli istituti di credito adesso tornano ad essere ostaggio dei loro prestiti che i creditori non riescono più a garantire di restituire.
A lanciare l’allarme sono i ministri economici dell’UE in occasione della videoconferenza del consiglio Ecofin. “Sono stati compiuti progressi importanti, ma il Coronavirus condurrà a un ulteriore aumento dei crediti deteriorati“, avverte Olaf Scholz, ministro delle Finanze tedesco e attuale presidente di turno dell’Ecofin.
Per crediti deteriorati – o anche prestiti non performanti (NPLs, secondo l’acronimo inglese) – si intendono tutti quei prestiti bancari scaduti da oltre 90 giorni o che è improbabile che vengano rimborsati integralmente senza richiedere la realizzazione di garanzie reali. I ministri economici dei Ventisette sono consapevoli della posta in gioco, e alla fine la raccomandazione per tutti è “accelerare l’attuazione” delle misure già concordate.
La Commissione europea intanto lavora a misure addizionali, e “il mese prossimo” conta di presentare una proposta di piano d’azione, anticipa il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis. “Con il COVID-19 è inevitabile un deterioramento della situazione delle banche”, conferma il responsabile per un’Economia al servizio delle persone. “I bilanci bancari resteranno in squilibrio per molto tempo”, e questo non è un bene poiché vuol dire “rischi per la concessione di denaro e finanziare la ripresa”.
Prestiti a rischio, in sintesi, in un momento di rallentamento. “Ci aspettiamo una ripresa più lenta di quanto visto in precedenza”, avverte Dombrovskis. Domani (5 novembre) l’esecutivo comunitario presenta le previsioni economiche d’autunno. E’ lì che si capirà cosa ci si attende per i prossimi mesi.