Bruxelles – Nessuna reazione, e allora avanti con la procedura. Il Regno Unito aveva un mese di tempo per rispondere con osservazioni alla lettera di costituzione in mora sul contestato progetto di legge sul mercato interno inviata dalla Commissione europea. Il termine ultimo era fissato per il 2 novembre, data entro cui “l’UE non ha ricevuto risposta dal Regno Unito”, conferma un portavoce dell’esecutivo comunitario nel corso del rituale briefing con la stampa. Di conseguenza a Bruxelles si sta ora “valutando i passaggi successivi da compiere, inclusa la possibilità di inviare un parere motivato” al governo di Londra. Ovvero la fase due di una procedura di infrazione.
La lettera di costituzione in mora è il primo stadio della procedura d’infrazione, nel caso specifico aperta contro Londra per violazione degli obblighi dell’accordo di recesso, firmato il 24 gennaio 2020 tra le due parti. Secondo la Commissione, la legge sul mercato interno – per cui il team von der Leyen aveva già chiesto di rimuovere alcune parti più controverse – ha rimesso in discussione gli impegni di Londra sull’accordo di recesso dall’Unione, ne costituisce una violazione “estremamente grave” ed è in “totale contraddizione con il protocollo sull’Irlanda del Nord”. L’UE adesso deve decidere se protrarre lo scontro giuridico.
L’invio di un parere motivato darebbe a Londra fino a due mesi di tempo per rispondere alle richieste europee. Si metterebbe ulteriore pressione al governo di Boris Johnson, che rischia un deferimento alla Corte di giustizia dell’UE, ultimo stadio in caso di continua risposta mancata.
Nonostante l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, l’accordo di recesso prevede che l’Ue possa trascinare Londra davanti alla Corte fino a quattro anni successivi dal termine del periodo di transizione, nel caso in cui ci siano state violazioni del diritto dell’Unione avvenute prima della fine del periodo transitorio, prevista per il 31 dicembre di quest’anno. Fino al 31 dicembre 2024 la Gran Bretagna è dunque legata giurisdizionalmente all’UE.
Il portavoce della Commissione ha poi aggiunto che l‘UE è “pienamente impegnata a realizzare la tempestiva ed efficace attuazione dell’accordo di recesso entro il tempo rimanere a disposizione. Ecco perché abbiamo avviato la procedura di infrazione il primo ottobre: questa controversia dovrà essere risolta”. Ma il tempo è agli sgoccioli, rimangono due mesi contati alla fine del periodo transitorio (in scadenza il 31 dicembre 2020). Proseguono questa settimana a Bruxelles i negoziati “intensi” tra Londra e Bruxelles sul futuro delle relazioni post-Brexit. “Ancora non ci siamo, c’è molto lavoro da fare”, ha spiegato il portavoce, aggiungendo che i colloqui andranno avanti su tutte le questioni ancora aperte sul tavolo: pesca, aiuti di stato e concorrenza, risoluzione di controversie. Dal briefing della Commissione confermano inoltre che il capo negoziatore per l’Ue, Michel Barnier, farà un punto sull’andamento dei negoziati sia con il Consiglio che con il Parlamento questa settimana, anche se non è stato chiarito il giorno esatto.