Roma – L’Italia “scopre” le isole. O, meglio, le riscopre. Non in senso geografico, ovviamente, ma in quello istituzionale. Lo fa al Senato la commissione Affari costituzionali , dando via libera per la discussione in aula a una proposta di legge di iniziativa popolare che appunto suggerisce di introdurre all’articolo 119 della nostra costituzione un preciso riferimento alle isole.
Questo articolo nel testo originale della Costituzione del ’48 accennava alle isole nel terzo comma, ma con la riforma del 2001 che ha introdotto il federalismo fiscale quel medesimo articolo ha esteso l’attenzione- prima riferita alle sole Regioni- su Comuni, Province, città metropolitane oltre alle Regioni, senza più alcun riferimento alle isole.
Dunque la proposta di iniziativa popolare suggerire una integrazione all’articolo 119 al fine di introdurre il riconoscimento del “grave e permanente svantaggio derivante dall’insularità” e disporre, inoltre, che lo Stato adotti le misure necessarie a garantire ai cittadini che vivono nelle isole un’effettiva parità e un reale godimento dei diritti individuali e inalienabili.
Nel corso del dibattito si e’ discusso sulla opportunità dell’espressione “grave e permanente” riferita allo svantaggio naturale derivante dalla insularità. Perché- è stato sostenuto- con l’aggettivo “grave” si rischia di limitare la platea dei beneficiari del provvedimento, mentre sarebbe inopportuno definire “permanente”, e quindi definitiva, una condizione di svantaggio che, al contrario, il disegno di legge costituzionale intende rimuovere. Rilievi che sono stati respinti. Quanto alla tutela dei diritti individuali si è ritenuto fosse già ampiamente garantita dalla nostra Carta.
Dunque alla fine la commissione ha messo a punto il testo, da inserire dopo il quinto comma dell’art.119: “La Repubblica riconosce il grave e permanente svantaggio naturale e le peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità”.
Ovviamente siamo solo ai primissimi passi, dal momento che per essere approvata ogni legge di revisione costituzione- come questa-ha bisogno di un doppio passaggio in ciascun ramo del Parlamento.