Bruxelles – Regole comuni per quarantena, test, tracciamento, libertà di circolazione. E soprattutto lockdown. I capi di Stato e di governo cercano una risposta univoca e omogenea alla seconda ondata di Coronavirus nella nella prima delle videoconferenza dedicate al tema che gli stessi capi di Stato e di governo hanno deciso di organizzare a cadenza settimanale.
Si guarda con attenzione alle mosse dei leader, chiamati a decisioni delicate e che difficilmente potranno arrivare a breve. Prima fra tutte quella che preoccupa a fa discutere, anche sopra le righe come in Italia. Il confinamento che molti iniziano a considerare come necessario, e su cui la BCE vede rischi al ribasso per una ripresa che non c’è più.
Le principali economie dell’Eurozona hanno già infranto il tabù del confinamento. L’Italia ha decretato la chiusura alle 18:00 dei ristoranti e fermato palestre, teatri e cinema. In Francia da domani (30 ottobre) aperti solo negozi essenziali e scuole, permessi spostamenti per ragioni di lavoro e sanitari. In Germania quattro settimane chiusi ristoranti, bar, cinema, teatri e altre strutture per il tempo libero nel tentativo di frenare un forte aumento delle infezioni.
“All’inizio della stagione fredda siamo in una situazione drammatica”, riconosce la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Sarà lei, con la presidenza di turno del Consiglio dell’UE, a dare un contributo al dibattito. La sua linea è chiara: “Dobbiamo rinunciare a ogni contatto non necessario. Abbiamo quattro mesi complicati davanti a noi”.
Una consapevolezza sempre più diffusa attorno al tavolo virtuale. E’ da qui che inizia il confronto dei leader, consapevoli della posta in gioco e della difficoltà. Chiudere di nuovo vuol dire doverne pagare il prezzo, come avvertito anche dalla BCE. L’unico punto in agenda prevede “discussione sulla necessità di rafforzare lo sforzo collettivo per combattere la pandemia”. Tema ampio, che abbraccia più dimensioni, nessuna veramente facile da gestire.