Bruxelles – Clima molto teso nella delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo. Dopo la spaccatura nel voto sulla Politica Agricola Comune e alcune dichiarazioni sul futuro M5S a Strasburgo dei membri che guardano verso Alessandro Di Battista come possibile nuova guida, tra le quali l’intervista di Eleonora Evi al nostro giornale, esce una durissima nota nella quale il gruppo fedele alla capodelegazione Tiziana Beghin composto da Isabella Adinolfi, Fabio Massimo Castaldo, Mario Furore, Chiara Gemma, Dino Giarrusso, Sabrina Pignedoli e Daniela Rondinelli, attacca con durezza i colleghi. “Registriamo, ancora una volta, uscite a mezzo stampa di alcuni colleghi poco rispettose del lavoro dell’intera delegazione – affermano i sette -. Nessuno di noi è stato eletto a Bruxelles per aizzare baruffe incomprensibili agli occhi dei cittadini e forse qualcuno questo lo ha dimenticato”.
I sette deputati ricordano che “siamo nel pieno di una pandemia mondiale, si susseguono le proteste nelle piazze, c’è preoccupazione per la tenuta sociale ed economica del nostro Paese e c’è chi, anziché pensare alle categorie più in difficoltà, si attacca al telefono per rilasciare ai giornalisti continue dichiarazioni infarcite di attacchi personali e informazioni false, esagerate e tendenziose“.
A giudizio di Adinolfi, Castaldo, Furore, Gemma, Giarrusso, Pignedoli e Rondinelli “sarebbe molto più utile usare questo tempo per partecipare, finalmente, alle riunioni di delegazione come da regole interne accettate al momento della candidatura, al fine di affrontare le difficili questioni imposte da questa situazione di emergenza mondiale. A tal proposito, è contraddittorio da una parte chiedere, causa pandemia, di sospendere gli Stati Generali, un percorso costruttivo di riorganizzazione interna, e al contempo rilasciare interviste proprio sull’organizzazione interna del MoVimento”.
Lo scontro oramai diventa quasi “giudiziario”: “In attesa di capire se le regole abbiano ancora un valore nel nostro MoVimento o se c’è qualcuno che può trasgredirle più e più volte, come se ne fosse superiore – concludono i sette -, prendiamo le distanze dalle accuse, continue e reiterate, rivolte alla nostra capo delegazione Tiziana Beghin: a lei va la nostra solidarietà e il nostro sostegno. Adesso basta”.