Bruxelles – La Brexit non rappresenta un problema. Qualunque cosa succeda, il sistema bancario dell’eurozona è pronto. Lo assicura Elke Konig, presidente del comitato unico di risoluzione (Single resolution board, SRB), l’autorità responsabile della gestione degli istituti di crediti in difficoltà, istituita nel 2015 quale elemento dell’unione bancaria, a sua volta decretata come risposta alla crisi dell’eurozona.
“Siamo preparati“, garantisce nel corso dell’audizione in commissione Affari economici del Parlamento europeo, tenuta in videoconferenza. “Abbiamo informato le banche con largo anticipo. La buona notizia è che il nostro messaggio è stato ascoltato”.
Con i negoziatori di Londra e Bruxelles ancora alla ricerca di un accordo, lo spettro di un’uscita disordinata senza intese si fa sempre più vicina. Ma questo non sembra preoccupare il sistema bancario. Semmai preoccupa l’impatto economico del COVID-19.
“Le banche con un business model debole già prima della pandemia non diventeranno più forti adesso. Ora più che mai dobbiamo assicurare che i problemi della banche siano risolvibili”. In tal senso, continua Konig, si rende necessario “il completamento dell’Unione economica e finanziaria” assieme alla “realizzazione di un mercato dei capitali”, due temi ancora aperti. “Mi spiace che siano ancora nella lista delle cose da fare”, ammette Konig, che chiede gli Stati membri un cambio di passo.
Ciononostante Konig invita le banche a stare all’erta. “Dobbiamo essere pronti” per il contraccolpo della nuova ondata di Coronavirus. “Ho un messaggio per le banche: la gestione del rischio deve essere completamente messa a punto”. Vuol dire che “i piani di risoluzione devono essere pronti”.