Bruxelles – L’uso di denominazioni di carne per i prodotti a base vegetale è salvo. In Europa i termini come mortadella, hamburger, salsiccia – che normalmente sono accostati a prodotti a base di carne – possono continuare a essere accostati anche a prodotti lavorati con soli ingredienti vegetali.
Il Parlamento europeo ha respinto il 23 ottobre in blocco tutti gli emendamenti (165, 264, 275, 281, 254), presentati nel quadro di riforma della Politica agricola comune (PAC), che chiedevano di eliminare l’uso delle denominazioni di carne per i prodotti a base vegetale. Nulla viene modificato, dunque. In Europa rimane la possibilità di impiegare i termini come ‘hamburger vegani’ o ‘salsiccia vegetariana’. In particolare, nell’emendamento 165 al Regolamento sull’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (approvato dalla commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale AGRI) si legge che i termini come “bistecca, salsiccia, scaloppina, burger e hamburger” dovrebbero essere utilizzati solo per i “prodotti esclusivamente a base di carne”.
Il voto di oggi all’Europarlamento è “uno scandaloso schiaffo in faccia al Made in Italy”, considera l’europarlamentare della Lega Mara Bizzotto, firmataria dell’emendamento 254 alla nuova PAC (Politica Agricola Comune). La Lega all’Europarlamento è schierata “contro la carne fatta in laboratorio”, anche se questa questione non c’entra niente con quella in discussione in Parlamento, dove il dibattito non riguarda prodotti di “carne chimica” ma solo il nome da dare a bistecche fatte di legumi. Allevatori italiani e tutti i consumatori “hanno il sacrosanto diritto di sapere cosa mangiano e di non essere truffati da denominazioni fraudolente”, prosegue l’europarlamentare. Le fa eco anche Alessandro Panza, secondo cui “il Parlamento Europeo ha perso l’opportunità unica di difendere in maniera concreta il settore dei produttori di carne dalla concorrenza sleale e tutelare i consumatori dai messaggi ingannevoli”.
Risentiti allevatori e industria della carne. Rischi per la trasparenza dei consumatori, è la denuncia di Assocarni. “Una non scelta che va innanzitutto contro i consumatori “, sostiene in una nota il presidente Luigi Scordamaglia, con cui Eunews aveva parlato prima del voto in sessione plenaria. “La trasparenza è stata sacrificata a beneficio dell’interesse di poche multinazionali – proseguono da Assocarni – così facendo stiamo suggerendo che un preparato vegetale abbia lo stesso valore culturale e nutrizionale di una bistecca, di un hamburger o di una salsiccia, le etichette raccontano un’altra verità”.
Dopo il voto negativo in Parlamento europeo, “serve una norma nazionale (italiana, ndr) per fare definitivamente chiarezza su veggie burger e altri prodotti che sfruttano impropriamente nomi come mortadella, salsiccia o hamburger per evitare l’inganno ai danni del 93% dei consumatori che in Italia non seguono un regime alimentare vegetariano o vegano”. Così in una nota il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, il quale denuncia il tentativo di ricorrere a “una strategia di comunicazione subdola con la quale si approfitta deliberatamente della notorietà e tradizione delle denominazioni di maggior successo della filiera tradizionale dell’allevamento italiano per attrarre l’attenzione dei consumatori e indurli a pensare che questi prodotti siano dei sostituti, per gusto e valori nutrizionali, della carne e dei prodotti a base di carne”.
Nel quadro complesso di una riforma sulla Politica agricola comune post-2020 molto articolata, c’è poi chi sottolinea che la questione della dominazione dei prodotti vegetariani e vegani dovrebbe avere meno peso specifico nel dibattito in corso a Bruxelles. “Stanno confondendo il dibattito sulla riforma dell’agricoltura con un inutile voto sui nomi dei prodotti alimentari”, l’accusa di Marco Contiero, direttore della politica agricola dell’UE di Greenpeace. Definisce “patetico che il Parlamento non si opponga nemmeno alle lobby dell’agricoltura industriale su questo punto. I voti non cambieranno il fatto che sempre più persone mangiano sempre più verdura e passano alla carne e ai latticini alternativi, per il bene della loro salute e dell’ambiente”.