Bruxelles – Ultimi in Europa, su (quasi) tutta la linea. Stiamo parlando della fiducia e del senso di appartenenza dell’Italia all’Unione Europea e alle sue istituzioni. In un momento di particolare difficoltà su tutti i fronti, a livello nazionale e continentale, nel pieno della seconda ondata di Coronavirus, questa notizia potrebbe mettere ancora più in crisi le prospettive dell’UE di far uscire insieme tutti i 27 Paesi da questa crisi. A pubblicare i nuovi dati è la Commissione Europea, attraverso il suo ultimo Eurobarometro, Public Opinion in the European Union (luglio-agosto 2020).
Nei mesi della pandemia la fiducia dei cittadini italiani verso l’Unione Europea è crollata: tre italiani su cinque dichiarano di non averne. Il 28 per cento che ritiene ancora di fidarsi e questo dato rappresenta la più bassa percentuale in tutto il territorio comunitario (sale al 36 se invece si considerano tutte le istituzioni europee). Rispetto alla rilevazione dell’autunno 2019, il crollo è pari a dieci punti percentuali in meno. Giusto per fare un confronto, Paesi come la Polonia registrano una percentuale doppia rispetto all’Italia (la più alta è l’Irlanda, al 73). Non distanti da quanto registrato in Italia, anche la Francia (30 per cento) e la Grecia (32). Ma, allargando lo sguardo, è preoccupante proprio la situazione dell’Unione Europea nel suo complesso: basti considerare che la media dei cittadini europei che non si fidano più di Bruxelles (48 per cento) supera quella dei favorevoli (43 per cento), con un abitante su dieci che non sa come schierarsi.
Ancora più significativa è la statistica legata al sentimento di appartenenza all’Unione. Più della metà dice di non considerarsi un cittadino UE (51 per cento), a fronte di un 48 per cento “europeista”. Con questo dato l’Italia si aggiudica un triste primato: è l’unico Paese tra i 27 in cui la maggioranza non si sente europea. Un dato significativo, considerato che la media del senso di appartenenza al progetto comunitario in tutti i Paesi membri si attesta attorno a 7 cittadini su 10, con picchi dell’89 per cento in Irlanda (che domina quasi tutte le classifiche positive) e Lussemburgo. Va inoltre rilevato che più della metà degli italiani (52 per cento) non è soddisfatta di come funziona la democrazia nell’UE.
Seguono poi le valutazioni sul piano del contrasto al Coronavirus, terreno su cui si sta giocando buona parte della credibilità dell’Unione, dalle politiche a sostegno della salute a quelle per l’economia. Nonostante solo due cittadini italiani su cinque si sentano soddisfatti per le misure adottate dalle istituzioni UE contro la pandemia, si registra una sostanziale condivisione delle priorità per il prossimo futuro. Secondo il 35 per cento degli italiani e il 37 per cento degli europei, la prima cosa che dovrebbe fare Bruxelles sarebbe reperire le risorse finanziarie per trovare un vaccino per il Covid-19. Seguono la necessità di dotarsi di una strategia per affrontare una crisi simile in futuro e di dotarsi di una politica comune per la sanità (entrambe attorno a un terzo dei cittadini di Italia e degli altri Paesi UE).
Un’ultima considerazione sul livello di fiducia riservato all’Unione Europea per le decisioni che prenderà nel prossimo futuro. Un italiano su due dà credito al progetto europeo nel proseguimento della lotta contro il Covid-19. Potrebbe sembrare una percentuale positiva, viste le statistiche lette fino a questo punto, se non fosse per il posizionamento dell’Italia tra i 27 Stati membri: (pen)ultima. Ancora una volta.