Bruxelles – Passa il tempo, la crisi economica scatenata dal Coronavirus si aggrava e il futuro è quantomai scuro. La Commissione europea se ne rende conto e pian piano smantella regole su regole per aiutare i governi a salvare il salvabile. L’ultima novità è l’abbattimento di un tetto che era diventato troppo basso: i governi potranno ora trasferire (senza autorizzazioni) alle aziende fino a tre milioni per pagare i costi fissi che i ricavi non coprono più a causa dei danni portati dalla pandemia da Coronavirus.
L’iniziativa è legata a quella del piano SURE per gli ammortizzatori sociali e tende a preservare le capacità produttive al momento annichilite da un mercato che per tante aziende non c’è più.
Di norma gli aiuti di Stato senza autorizzazione possono arrivare a 200.000 euro nei tre anni per le aziende industriali e a cifre di un decimo di questa per quelle agricole e di poco più per quelle dell’acquacoltura e pesca. Con il cosiddetto “Quadro temporaneo” adottato per fronteggiare questa crisi economica tante regole sugli aiuti di Stato sono state alleggerite e in questo caso i limiti erano stati moltiplicati fino a 800.000 euro (anche qui in automatico) di trasferimenti a fondo perduto per le aziende industriali, 120.000 per quelle agricole e a 200.000 per l’acquacoltura.
Si sono però aperti due dibattiti, uno che ha portato al nuovo provvedimento ed uno che è appena agli inizi. Quello che ancora deve svilupparsi punta a portare a un milione gli aiuti di cui abbiamo appena parlato, “ma non c’è ancora un vero progetto, è più un momento di scambio di idee”, dice una fonte molto vicina alla discussione.
Più importante è stata l’iniziativa, sostenuta con decisione anche dall’Italia, della nuova misura del Quadro temporaneo (dunque, al momento, in vigore almeno fino al 30 giugno 2021) per coprire i costi fissi fino a tre milioni (non cumulabili con gli aiuti di cui sopra) che la Commissione europea ha appena approvato formalmente a favore di chi davvero non ce la fa più perché, ad esempio, ha l’albergo vuoto ma ha spese che vanno avanti e che deve onorare. Questo nuovo tetto si applica a tutte le aziende, di ogni tipo perché si applica al tipo di danno e non alla natura dell’impresa.
La norma non riguarda i costi dei salari, che però possono essere recuperati, almeno in parte con la defiscalizzazione o il taglio delle tasse sul lavoro.