Bruxelles – È arrivato quasi all’alba (poco prima delle cinque del mattino) il via libera dei ministri Ue all’Agricoltura a una posizione comune sul pacchetto di riforme della Politica agricola comune post-2020. La principale fonte diretta di finanziamenti al settore primario in Europa, la PAC, è al centro della sessione plenaria del Parlamento europeo, ma era anche sul tavolo dei ministri dell’Ue riuniti a Lussemburgo in un vertice di due giorni (19-20 ottobre). Per entrambe le istituzioni l’obiettivo è quello di adottare una posizione negoziale sulla base di una proposta dell’Esecutivo del 2018, per avviare nei prossimi mesi i negoziati a tre con la Commissione europea.
Il Consiglio ha adottato il proprio orientamento generale, secondo cui almeno il 20 per cento dei finanziamenti del primo pilastro della PAC (gli aiuti diretti) dovrà essere allocata dagli Stati membri per politiche verdi, attraverso i cosiddetti eco-schemi, tra cui si includono pratiche come agricoltura di precisione, agroforestale e agricoltura biologica. Una novità assoluta rispetto alle pratiche attuali. Prevista maggiore flessibilità agli Stati membri nella definizione delle regole e nell’assegnazione dei finanziamenti attraverso la presentazione per ciascuno Stato membro di un piano strategico nazionale, ma i governi sono obbligati a dimostrare una maggiore ambizione ambientale rispetto al periodo attuale.
“L’accordo di oggi è una pietra miliare per la politica agricola europea”, sottolinea Julia Klöckner, ministro federale tedesco per l’alimentazione e l’agricoltura, che ha presieduto la riunione. “Gli Stati membri hanno dimostrato la loro ambizione di standard ambientali più elevati nell’agricoltura e allo stesso tempo hanno sostenuto la flessibilità necessaria per garantire la competitività degli agricoltori. Questo accordo soddisfa l’aspirazione di una PAC più verde, più giusta e più semplice”.
“L’intesa segna un’evoluzione storica dell’impianto tradizionale della politica agricola”, le fa eco anche anche la ministra per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova. Per la prima volta, spiega in un post sui suoi canali social, “i fondi della PAC saranno assegnati in base ai risultati raggiunti anziché al mero rispetto delle norme di conformità”. Secondo il Consiglio infatti il cosiddetto “nuovo modello di erogazione” dei finanziamenti favorirebbe le prestazioni rispetto alla conformità, consentendo ai Paesi di scegliere gli strumenti e le azioni da mettere in campo (e anche tenendo conto delle specificità nazionali) per incontrare gli obiettivi ambientali concordati a livello europeo. Bellanova rivela che su richiesta dell’Italia nel pacchetto si prevede, inoltre, la possibilità di “destinare una percentuale dei pagamenti agli agricoltori per costituire un fondo con funzioni assicurative nel caso di eventi avversi”, dunque in caso di crisi. Soddisfatta dei compromessi raggiunti, scrive ancora, “saremo finalmente in grado di attuare interventi di investimento e ristrutturazione nel settore dell’olio di oliva, a beneficio anche dei produttori danneggiati dalla xylella, così come di continuare a sostenere il settore vitivinicolo, ad esempio finanziando l’impianto di nuovi vigneti”.
Mentre le votazioni in Parlamento sui tre regolamenti previsti dalla riforma (Piani strategici della PAC, organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, struttura di governance e finanziamento della spesa agricola) andranno avanti per tutta la settimana, “gli agricoltori e le cooperative agricole europee comprendono il segnale inviato questa mattina”, fa sapere Copa-Cogeca in una nota “e ci metteremo al lavoro per realizzare gli obiettivi chiave della futura PAC. Gli agricoltori hanno bisogno e contano su questo processo per continuare in uno spirito di collaborazione durante i negoziati del dialogo a tre”.
La riforma della PAC dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2023, al termine di due anni di periodo transitorio. Le attuali regole in vigore scadranno il 31 dicembre 2020.
“Sono giorni importanti per il futuro della Politica agricola comune. L’accordo raggiunto dal Consiglio Agrifish sulla riforma post 2020 e il voto a larga maggioranza degli emendamenti di compromesso del Parlamento europeo rappresentano, in piena crisi pandemica, un grande risultato politico a salvaguardia del settore agricolo e agroalimentare Ue”. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta l’intesa sui regolamenti arrivata in serata da Bruxelles e a tarda notte anche da Lussemburgo.
“Con l’ok a larga maggioranza, il Parlamento ha bocciato il rigetto della proposta, evitando di bloccare il processo di riforma della PAC, e ha votato a favore degli emendamenti di compromesso per una Politica agricola post 2020 più verde e ambiziosa. Anche il Consiglio – continua la nota di CIA -, dopo due anni di negoziati, ha raggiunto un accordo politico che propone una maggiore ambizione ambientale con eco-schemi obbligatori per gli Stati membri e condizionalità rafforzata”.
Per Cia, “da qui in avanti resta fondamentale un approccio unitario e coordinato, affinché la nuova Pac si confermi, da un lato, il simbolo dell’azione comune dei diversi Stati membri e, dall’altro, si orienti sempre più concretamente allo sviluppo del settore primario, garantendo reddito agli agricoltori, oltre che sempre migliore produttività, in linea con gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal”.