Bruxelles – Attuare quanto prima le sanzioni concordate dai ministri degli Esteri Ue
contro i responsabili dei brogli alle elezioni presidenziali in Bielorussia del 9 agosto e includervi anche il presidente Aleksandr Lukashenko. È quanto chiede il Parlamento europeo a Consiglio e Commissione in una relazione a firma Petras Austevicius (Renew Europe), di cui gli eurodeputati hanno discusso oggi, 20 ottobre, in sessione plenaria insieme a Josep Borrell.
Solidarietà, sostegno e sanzioni: così si può riassumere una relazione che, come negli intenti del relatore, “intende indirizzare la politica estera dell’Ue sulla questione”, dopo che nel Paese ogni domenica da quando le elezioni si sono svolte, decine di migliaia di persone continuano a scendere nelle strade di Minsk per chiedere la transizione democratica, in barba anche alla minaccia del regime di usare armi letali contro i manifestanti pacifici. Nel Paese continuando le “proteste per esercitare il diritto del popolo di Bielorussia a tenere nuove elezioni libere”, ha ricordato Austevicius.
“La situazione in Bielorussia non è migliorata”, riconosce l’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza. Continua a esserci l’intervento brutale da parte delle forze di polizia nei confronti dei manifestanti pacifici. Desta preoccupazione che il ministro degli interni di Minsk abbia avallato un aumento della violenza per reprimere le proteste. I ministri degli Esteri europei hanno concordato il 12 ottobre di preparare un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti di alti funzionari responsabili di tali violenze e stavolta inserirvi anche il presidente (non riconosciuto da Bruxelles) Lukashenko.
Gli organi tecnici del Consiglio sono a lavoro dal 12 ottobre, fa sapere il capo della diplomazia europea. Assicura poi che “nessuno Stato membro è intenzionato a opporsi” ma servono i tempi tecnici. Secondo Borrell, le relazioni dell’Ue con la Bielorussia “stanno per essere riesaminate” e proprio su questo gli eurodeputati hanno sollecitato l’alto rappresentante ad approvare più rapidamente le misure. Appello a fare in fretta anche per rendere operativo in tempi brevi il meccanismo di sanzioni dell’UE in
materia di diritti umani, discusso e presentato ieri dal collegio dei commissari.
La Conferenza dei presidenti, composta dal Presidente del Parlamento europeo e dai presidenti dei gruppi politici, deciderà giovedì 22 ottobre il vincitore del Premio Sacharov per la libertà di pensiero. Tra i candidati anche l’opposizione democratica in Bielorussia, insieme agli attivisti per l’ambiente in Honduras e l’Arcivescovo di Mosul.