Bruxelles – La ripresa dell’Italia dipende dall’Italia. La Commissione europea ha aiutato quanto ha potuto, adesso spetta al Paese aiutarsi. Al governo è stato messo a disposizione anche quanto più del previsto, adesso ogni responsabilità è sulla nazione. Paolo Gentiloni avverte l’Italia. Il commissario per l’Economia interviene alla Festival della Diplomazia, ma diplomatico lo rimane per poco.
Rispondendo alle domande del direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, ricorda che “quella del MES è una questione italo-italiana“, dalla quale preferisce tenersi alla larga. Anche se qualcosa da dire ce l’ha. “Credo di aver fatto la mia parte e di aver fatto un ottimo lavoro nell’aver contribuito a rimuovere le condizionalità” che solitamente il fondo salva-Stati porta con sè. Si possono ricevere prestiti fino al 2% del valore del Prodotto interno lordo per interventi di risanamento anti-Coronavirus.
“Adesso la decisione spetta ai governi”. Il senso delle parole è che da Bruxelles si è dato una mano al Paese, che però rischia di vanificare il tutto. Tanto più che i soldi del Meccanismo europeo di stabilità sarebbero utilizzabili da subito, mentre per il fondo di ripresa occorre aspettare causa un negoziato politico ancora molto complesso.
“Alla fine avremo 800-900 miliardi di euro di debito comune per finanziare la ripresa tra prestiti e garanzie”, sottolinea Gentiloni. “Un grandissimo intervento, impensabile fino a pochi mesi fa”. Tenuto presente che “non siamo uno Stato federale”, e per questo motivo “dobbiamo sommare le risposte degli Stati a quella dell’UE, complementari” fra loro, adesso le risposte devono venire dagli Stati. In altre parole, “l’Italia ha una grande responsabilità”. Nel senso che, precisa il commissario per l’Economia, “se questo piano funziona, poi questo strumento può essere ripetuto”. Dunque “serve un piano all’altezza di questa strategia”.
Ma non è che il primo passo. “La vera sfida sarà la capacità di assorbimento dei Paesi di risorse così ingenti in tempi così rapidi”. Si tratta di “una grande sfida per la pubblica amministrazione in Italia, e non solo in Italia”. Dati alla mano “Italia e Spagna non sono ai vertici europei per capacità di assorbimento di risorse europee. Dovremo mettere molta pressione per poter far assorbire queste risorse“.