Bruxelles – Nessuna intenzione di riaprire l’accordo trovato tra i leader a luglio sul Bilancio Ue a lungo termine (2021-2027) e sul Recovery Fund. Angela Merkel lo mette bene in chiaro all’indomani dello scambio di opinioni avuto ieri con il presidente dell’Europarlamento David Sassoli in apertura al Consiglio europeo. Da parte dei capi di Stato e governo non c’è interesse a riaprire il pacchetto negoziato a luglio, dopo “quattro giorni e quattro notti di negoziati difficili”. Nel suo intervento al Vertice, Sassoli ha rinnovato l’invito ai leader a “sbloccare” i negoziati, accontentando la richiesta del Parlamento di finanziare con ulteriori 39 miliardi rispetto a quanto concordato a luglio (1.074 miliardi di euro) i programmi Ue come ricerca, sanità, difesa, immigrazione.
Stando alle parole di Merkel, pronunciate al termine della due giorni di vertice, gli altri leader europei stanno “apprezzando e sostenendo il modo di negoziare della presidenza tedesca”. Concordi sia Merkel che Sassoli sulla necessità di accelerare i negoziati sull’MFF, perché “Bilancio Ue a lungo termine e Recovery Fund sono strettamente legati e ciò significa che non sarà possibile ottenere un voto unanime in Consiglio sul fondo di recupero se non sappiamo come sono esattamente i numeri” delle risorse da spendere per i prossimi sette anni.
Tutti gli Stati presenti al Vertice hanno reso chiaro che sono pronti a negoziare e, a detta di Merkel, hanno tutti compreso che i negoziati dovrebbero andare più veloci e giungere a una conclusione “nei prossimi giorni o poche settimane”. Il 31 dicembre scadrà l’attuale bilancio di sette anni, per il periodo 2014-2020. Ma a far temere di più il fatto che potrebbe slittare anche l’entrata in attività del fondo di ripresa da 750 miliardi di euro, ancorato al Bilancio a lungo termine.
Dello stesso avviso anche il presidente francese, Emmanuel Macron, che in conferenza stampa ha sostenuto ancora la necessità di un accordo interistituzionale sul bilancio a lungo termine e sul fondo di recupero. Solidale con Merkel, Macron ha affermato che lo storico accordo dei leader sul budget e sul fondo potrebbe sempre essere migliorato, ma “se migliorarlo rende i termini più fragili, non stiamo andando nella giusta direzione e stiamo correndo un rischio”.