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    Home » Politica » Clima, leader UE divisi su obiettivi di riduzione delle emissioni. -55% al 2030, tra tanti distinguo

    Clima, leader UE divisi su obiettivi di riduzione delle emissioni. -55% al 2030, tra tanti distinguo

    Il blocco dell'est continua a voler puntare sul carbone e chiede il rispetto dei mix energetici, Lussemburgo esclude il nucleare, mentre le Svezia gioca al rialzo. Tutti uniti sulla Brexit. "Accordo sì, ma non a tutti i costi".

    Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
    15 Ottobre 2020
    in Politica
    I leader attorno al tavolo delle trattive [Bruxelles, 15 ottobre 2020. foto: European Council]

    I leader attorno al tavolo delle trattive [Bruxelles, 15 ottobre 2020. foto: European Council]

    Bruxelles – Tutto deciso o quasi. I leader dell’UE si ritrovano a Bruxelles con idee diverse sul clima. Si vuole gettar il cuore oltre l’ostacolo e realizzare quel sogno di sostenibiltà che in Europa molti cullano, m non proprio tutti. I capi di Stato e di governi degli Stati membri sembrano disposti a fare in modo di ridurre del 55% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai valori del 1990, ma sul come non tutti sono d’accordo.

    C’è un gruppo di Paesi che si dichiarano “ambiziosi”, che spinge per questo passo in avanti. Ci si trovano Germania, Francia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Svezia, Irlanda, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. L’italia c’è anche se non condivide i toni di un documento messo a punto dal gruppo del volenterosi, perché si teme uno scontro con ‘gli amici del carbone’.

    I Paesi dell’est, Romania e Polonia su tutti sono quelli che avrebbe molto da perdere nella conversione verde. Il primo ministro ceco, Andrej Babis, lo dice chiaramente al suo arrivo nella capitale dell’UE. “Ogni Paesi ha un suo mix energetico di cui va tenuto conto”.

    Un concetto ribadito in altro modo, e per altri interlocutori, dal primo ministro lussemburghese, Xavier Better. “Siamo uno dei paesi ambiziosi e siamo uno di quei pochi paesi che credono che qualsiasi cosa l’energia nucleare non sia sicura, non sia sostenibile e non debba essere finanziata dal denaro europeo”. Ogni riferimento alla Francia e ai vicini del Belgio potrebbe non essere casuale. Parole che mostrano come anche tra i volenterosi divergenze non manchino.

    Un’ulteriore riprova ne è il confronto a distanza (di qualche minuto) tra i capi di governi di Italia e Svezia. Giuseppe Conte sostiene che “dobbiamo ridurre le emissioni di CO2 fino al 55% entro il 2030”, mentre Steven Lofven alza l’asticella ancora più su dicendo che bisogna “ridurre di almeno il 55%”.

    L’obiettivo sembra mettere tutti d’accordo, ma insomma… Se ne riparlerà a dicembre. I leader si consulteranno nel vertice di oggi e domani (15 e 16 ottobre), per quella che a detta di tutti sarà il regalo di Natale dell’UE: obiettivo comunitario del -55%, nel rispetto dei differenti mix energetici nazionali. Uniti nella diversità, come motto UE vuole.

    Uniti senza tropo distinguo i leader sembrano esserlo sulla Brexit. La linea di un accordo finché possibile ma “non a tutti i costi”, è stata ribadita da tutti i leader giunti a Bruxelles. A usare forse i toni più minacciosi qui il presidente francese, Emmanuel Macron. “Non siamo noi ad aver scelto la Brexit”.

    Tags: climaCO2consiglio europeoeffetto serraemissioniEmmanuel Macrongiuseppe contesostenibilitàvertice dei leader

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