Roma – Tour nelle capitali europee per riallacciare le relazioni internazionali ma nessun cambio di linea né di gruppo politico. Matteo Salvini con gli europarlamentari della Lega riuniti a Roma, traccia la rotta che non sposta l’attuale collocazione del partito. Si resta dentro Identità e democrazia “non abbiamo parlato di cambi di gruppi e di cambi di casacca, che non sono all’ordine del giorno. Buoni rapporti con tutti ma non cambiamo identità a seconda delle convenienze”.
Al termine di una riunione, durata circa un’ora e mezzo, il segretario sgombra ancora una volta il campo dalle tentazioni moderate, affacciatesi dopo la prova elettorale negativa. Riflessioni avanzate senza timori da Giancarlo Giorgetti che si era spinto fino a ipotizzare un dialogo con il PPE. Ma oggi il braccio destro si è dovuto arrendere, incassando solo “il tour nelle capitali europee per rinsaldare i rapporti”, timido passo per uscire dalla ridotta sovranista in cui il Carroccio si è confinato dopo le trionfanti elezioni del 2019.
“Dialoghiamo con tutti ma orgogliosamente rimaniamo quello che siamo” ha aggiunto il segretario confermando la posizione fin qui adottata contro la ‘maggioranza Ursula’. A tenere il punto gli eurocritici, guidati dal presidente del gruppo Marco Zanni e dall’eurodeputato Antonio Maria Rinaldi che nelle scorse settimane appena si era sollevato il refolo moderato, avevano alzato un muro.
“Riunione molto positiva”, commenta Giorgetti alla fine del confronto, non rinunciando a difendere la sua posizione: “Il mondo cambia e cambiamo pure noi, c’è una sensibilità ambientale che prima non c’era, noi eravamo per uscire dall’Euro ma, ora che siamo dentro, uscire è complicato”.
Dal segretario invece nessuna autocritica, anzi sostiene che l’Europa sta cambiando grazie ai sovranisti, “la BCE sta facendo quello che abbiamo sempre chiesto, il Recovery fund è completamente diverso dalla logica del MES”.
Chi aveva creduto alla “svolta liberale” evocata dallo stesso Salvini in un’intervista data al Corriere della Sera solo pochi giorni fa, ora dovrà fare la tara e ricalibrare tutti gli ‘stop and go’ degli ultimi tempi. Analogo discorso per le voci che ipotizzavano il riposizionamento della Lega in Europa con una convergenza verso il prossimo candidato del PPE alla presidenza dell’Eurocamera, in occasione della staffetta con David Sassoli. Anche se quella di oggi non si può definire come una brusca frenata, la Lega è ancora molto lontana da quei lidi.
Ma se traslocare nel misto non avrebbe senso né tattico né politico, altrettanto difficile è approdare nell’ECR tra i Conservatori e riformisti da ospiti, seppure con la dote consistente di 28 deputati. Per ora non ci sono dunque alternative a restare nel gruppo Identità e Democrazia, anche se i compagni di AFD e delle destre più radicali d’Europa sono sempre più scomodi.