Bruxelles – Il governo di Cipro ha dovuto alla fine alzare le mani ed ha fermato (dal prossimo primo novembre) il suo redditizio programma di vendita della cittadinanza (della Repubblica, e dunque dell’Unione europea) a ricchi personaggi spesso dal passato (e dal presente) non immacolato.
Dopo anni di polemiche e di inviti da parte di Bruxelles a fermare questa pratica, è stato un servizio della tv Al Jazeera a costringere allo stop. In un’inchiesta di un’ora l’emittente ha raccontato la storia del presidente del Parlamento e di un deputato che accettavano di aiutare un (finto) imprenditore cinese, che si presentava per giunta come pregiudicato per riciclaggio di danaro, ad ottenere il passaporto europeo.
Il quotidiano Guardian riporta oggi (13 ottobre) che il portavoce del governo Kyriakos Koushos ha annunciato che l’esecutivo ha accettato una raccomandazione dei ministri degli Interni e delle Finanze di cancellare del tutto il regime del “passaporto d’oro”, che lanciato nei tempi della pesante crisi economica di inizio decennio scorso, ha fruttato ben sette miliardi di euro alle casse dello stato dal 2013. Koushos ha affermato che la decisione si è basata sulle “debolezze mostrate alla lunga dal programma” e per “l’abuso” delle sue disposizioni.
Nel video il presidente del parlamento Demetris Syllouris e il deputato Christakis Giovanis si impegnavano a dare il loro “pieno sostegno” per la concessione del passaporto al finto investitore cinese.
Il portavoce della Commissione europea Christian Wigand ha detto oggi che si sta esaminando l’avvio di una procedura di infrazione contro Cipro.
Maira Martini, esperta di Transparency International, ha commentato soddisfatta che “bloccare il programma era l’unica opzione. Queste ultime rivelazioni sono l’ultima goccia nella vicenda dei passaporti d’oro di Cipro e si sommano alle crescenti pressioni pubbliche e politiche. La prova schiacciante è che il regime dei visti d’oro del paese serve interessi corrotti, non il popolo di Cipro”.