Bruxelles – Prepararsi al peggio. La Brexit promette male, e tutti devono essere pronti, perché “nessuno deve sottovalutare gli effetti di un mancato accordo, soprattutto nel contesto dell’attuale recessione” risultato della pandemia di COVID-19. Questo il messaggio della presidenza tedesca di turno del Consiglio dell’UE al termine della riunione dei ministri degli Affari europei che prepara il vertice dei capi di Stato e di governo dell’UE di questa settimana (15 e 16 ottobre).
La cancelliera tedesca Angela Merkel avverte le altre capitali, attraverso il ministro Heiko Maas, di “intensificare i lavori sui i nostri piani di emergenza“. I Ventisette ministri riuniti a Lussemburgo hanno ascoltato la relazione del negoziatore capo dell’UE, MIchel Barnier, la conclusione è una e una sola. “Siamo ad una fase critica dei negoziati, una fase difficile, e il tempo sta scadendo”. In questo contesto, continua Maas, “spetta al Regno Unito fare progressi per quanto riguarda pesca e reciprocità”.
I leader chiamati a discutere anche di Brexit devono dunque iniziare a preparare sul serio la fase di risposta ad un’uscita disordinata di Londra dall’UE. Perché la situazione adesso inizia a farsi davvero delicata. Una hard-Brexit, un mancato accordo sul futuro delle relazioni a partire dall’1 gennaio 2021, assesterebbe un altro colpo all’economia a dodici stelle già provata dal Coronavirus.
A proposito, i ministri dei Ventisette confermano le divisioni sulla strategia di ripresa. Polonia e Ungheria di meccanismi sanzionatori contro violazioni dello Stato di diritto non vogliono saperne, gli scandinavi (Svezia, Finlandia e Danimarca) non vogliono riaprire le trattative e mantenere l’accordo di luglio, che però contiene regole più severe in materia di Stato di diritto rispetto alla proposta di compromesso della presidenza tedesca, mentre il Benelux (Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) vuole che bilancio e fondo per la ripresa siano operativi per l’1 gennaio, il che implica non riaprire il negoziato. Mentre la Francia invita ad “un approccio di larghe vedute” che suggerisce di trattare col Parlamento europeo e magari aprirsi anche a concessioni.
Data la complessità della cosa i leader potranno essere costretti ad aggiungere il capito bilancio e fondo per la ripresa nella loro agenda di lavori.