Bruxelles – Se la situazione in Bielorussia non dovesse migliorare, l’Unione europea è pronta a inserire il presidente (non riconosciuto da Bruxelles) Alexandr Lukashenko nella lista nera delle autorità a cui applicare misure restrittive. I ministri degli Esteri hanno trovato un accordo politico in seno al Consiglio Affari Esteri che si è svolto oggi, 12 ottobre, a Lussemburgo.
Dietro sollecitazione della Germania, alla presidenza di turno del Consiglio UE, i ministri degli Esteri dell’Unione cercano di mandare un segnale politico al regime di Lukashenko. “La situazione non è migliorata”, accusa il titolare degli Esteri Heiko Maas, in arrivo al vertice. “Continuano le violenze del regime e gli arresti di manifestanti pacifici. Ho suggerito di mettere in moto un nuovo pacchetto di sanzioni”.
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A questo lavoreranno i rappresentanti degli Stati membri all’Ue, a un nuovo pacchetto di misure restrittive che includerà anche il presidente bielorusso, conferma l’alto rappresentante UE per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, parlando in conferenza stampa. “La situazione non è più accettabile”.
Al Consiglio europeo del 1° e 2 ottobre i capi di Stato e di governo si sono accordati sulle misure restrittive (congelamento beni, divieto di ingresso in territorio UE) da imporre a 40 persone, tra cui anche il ministro dell’Interno bielorusso, in quanto considerate responsabili dei brogli elettorali e repressione violenta nei confronti di manifestanti pacifici.
La lista sarà in costante aggiornamento, assicurano oggi da Lussemburgo. Nelle sue conclusioni, il Consiglio Esteri ha ribadito che le elezioni presidenziali del 9 agosto non sono state né libere né eque. Lukashenko manca “di legittimità democratica” e dunque non è riconosciuto come tale dall’UE.
Di nuovo la ferma condanna della violenza esercitata dalle autorità bielorusse contro manifestanti pacifici che continuano a scendere in piazza a Minsk tutte le domeniche da quando si sono svolte le elezioni per chiedere una transizione democratica nel Paese e la destituzione del presidente considerato illegittimo. Si afferma quindi la disponibilità dell’UE “ad adottare ulteriori misure restrittive nei confronti di entità e funzionari di alto rango , tra cui Aleksandr Lukashenko, se la situazione non migliora”.
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All’interno delle conclusioni, ricorda il capo della diplomazia europea Borrell, si menziona la necessità di lanciare un piano globale di sostegno economico alla Bielorussia democratica, comprensivo di sostegno e assistenza finanziaria per favorire “le riforme istituzionali e lo sviluppo economico nell’ambito del quadro finanziario pluriennale; ripresa dei colloqui sulle ulteriori riforme necessarie per consentire all’UE di attuare interventi di macrofinanza; e un aumento degli investimenti della Banca europea degli investimenti e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. La presa di posizione di Bruxelles, spiega ancora Borrell, è determinata dall’evolversi della situazione senza miglioramenti concreti, ma anzi con continuo e sproporzionato ricorso alla violenza da parte delle autorità bielorusse.